L’operazione di pulitura è stata, pertanto, finalizzata al recupero della superficie originale, ormai ossidatasi naturalmente in un caldo colore bruno, sotto le spesse incrostazioni e alla rimozione dei composti salini di alterazione. Il corpo di Gesù è magro e visibilmente provato dalla Passione che lo ha portato alla morte. Quattro esedre, o tribune morte, decorano la base del tamburo. Benedetto da Maiano, Crocifisso, Cattedrale di Santa Maria del Fiore, Firenze Il Crocifisso dell’altar Maggiore del Duomo Fiorentino è stato scolpito in legno di tiglio da Benedetto da Maiano, uno dei maggiori artisti del primo Rinascimento, alla fine del XV secolo, entro il 1497, data di morte dell’artista, che lo lasciò privo di colore nella sua bottega in via dei Servi, a due passi dalla Cattedrale. Nella cattedrale è presente il percorso TouchAble Per informazioni ed esigenze particolari scrivere alla mail accessibilita@duomo.firenze.itScarica la Guida all’accessibilità, OPERA DI SANTA MARIA DEL FIORE Via della Canonica, 1 - 50122 - Firenze - Telefono: +39 055 2302885 - Fax: +39 055 2302898 Email: opera@duomo.firenze.it - Customer service: help@duomo.firenze.itP. I modelli sono stati eseguiti in plastilina, basandosi sulla forma e posizione delle falangi esistenti, più asciutte e allungate, e poi scolpite in legno con sgorbie e scalpelli e successivamente incollate con resina vinilica. I risultati del restauro sono sorprendenti: l'umanità intensa e sofferente del Cristo è tornata alla luce dopo la rimozione di uno spesso strato di ridipintura a finto bronzo, probabilmente applicata nell'Ottocento da Giovanni Duprè. Il Crocifisso di Brunelleschi è una scultura lignea conservata nella cappella Gondi di Santa Maria Novella a Firenze, attribuita al 1410 - 1415 circa. Firenze, basilica di Santa Croce, San Bernardino da Siena, Clusone (Bergamo), Cornice monumentale del dipinto su tavola “Discesa di Cristo al Limbo” di Agnolo Bronzino. In questa ricostruzione è stato fondamentale lo studio di altri Crocifissi di Benedetto da Maiano in cui questo indumento tessile originale è ancora conservato. Nell'Ottocento, una serie di interventi, - tra i più importanti ricordiamo le nuove cantorie di Santa Maria del Fiore e la semplificazione del coro bandinelliano, che venne privato dell'intera sovrastruttura a colonne e delle statue sull'altare - completarono la Cattedrale. Concluso il restauro della scultura monumentale di Benedetto da Maiano. Il 25 marzo del 1436 la Cattedrale fiorentina viene consacrata da Papa Eugenio IV. Ai lati del braccio corto della Croce sono dipinti poi la Vergine a sinistra e San Giovanni a destra. La corona, invece, realizzata sempre in lega di rame, versava in uno stato di conservazione ben più grave, essendo probabilmente stata soggetta alla medesima ridipintura a “effetto bronzo” che ha interessato il Crocifisso. L’aureola, realizzata in lega di rame e dorata presumibilmente ad amalgama di mercurio, ha richiesto una semplice manutenzione per rimuovere i depositi pulverulenti e cerosi e le poche alterazioni saline, restituendo la superficie a una corretta lettura. Anche parte dell’alluce destro era corto e tozzo rispetto a quello autentico. Via via che veniva rimosso lo strato a finto bronzo, la splendida scultura riacquistava, con il recupero dei colori naturalistici, i suoi valori plastici, con una anatomia perfetta, con la muscolatura descritta morbidamente che ben si adatta alle caratteristiche di Cristo secondo quanto asseriva Savonarola: ”il dolce et bon Jesu era di nobile complessione, et tenera, et delicata, et molto sensibile”. È in legno policromo (unica opera lignea pervenutaci di Brunelleschi) e misura 170x170 cm. La prima pietra della facciata venne posta l'8 settembre 1296, su progetto di Arnolfo di Cambio. Successivamente si è proceduto ad effettuare piccoli saggi per la rimozione del finto bronzo che hanno convinto sull’opportunità di recuperare la sottostante più antica cromia: un incarnato naturale, capelli, barba e sopracciglia castani, rivoli di sangue rosso lacca, in leggero rilievo, labbra socchiuse, leggermente più scure dell’incarnato, che lasciano intravedere i denti bianchi. In alto al sommo della Croce è dipinto un rettangolo rosso con le insegne di Cristo. Coordinate. Il Crocifisso di Santa Croce di Donatello è una scultura in legno policromo (168x173 cm), attribuita al 1406 - 1408 circa e conservata nella Cappella Bardi di Vernio in capo al … Il restauro è stato effettuato nell'Opificio delle pietre dure di Firenze sotto la guida di Laura Speranza, che dirige il settore dei restauri lignei. Sorse sopra la seconda cattedrale, che la Firenze paleocristiana aveva dedicato a Santa Reparata. Soprintendenti: Isabella Lapi, Cristina Acidini , Marco Ciatti. Nel novembre 2009, l’Opera del Duomo, a seguito di una proposta di Sua Eminenza, il Cardinale Giuseppe Betori, ha richiesto all’Opificio delle Pietre Dure di verificare se sotto la spessa ridipintura a finto bronzo, eseguita da Giovanni Dupré nel 1843, si trovasse ancora la policromia più antica e di valutare se fosse praticabile il suo ritrovamento. ''Il lavoro di rimozione del finto bronzo è stato lungo e delicato - ha spiegato Speranza - ma, via via che avanzava, la scultura recuperava i colori naturalistici, evidenziando l'anatomia perfetta che Savonarola così descriveva:''Il dolce e bon Jesu era di nobile complessione, et tenera, et delicata, et molto sensibile''.Dopo la presentazione ai mezzi di informazione, il Cristo è stato di nuovo coperto con un telo. Il progetto di Arnolfo era notevolmente diverso dalla struttura attuale della chiesa, come è possibile notare dall'esterno. Anche nella zona dalla metà superiore delle cosce fino ai fianchi, l’incarnato naturalistico non era presente, lasciando a vista il legno chiaro di tiglio, dimostrando chiaramente le dimensioni del perduto perizoma originale che doveva essere di tessuto azzurro, come hanno rivelato alcune tracce di colore sul legno e un filo rimasto impigliato in un chiodino. Abbiamo quindi proposto un diverso cartiglio, sempre scolpito in legno, ma con andamento orizzontale che abbiamo desunto da quelli di altri crocifissi dell’artista, che meglio si adatta alla recuperata veste cromatica del Cristo e alle dimensioni della croce. Nel 1334 fu nominato capomastro dell'Opera Giotto che si occupò prevalentemente della costruzione del campanile e morì tre anni dopo. Con varie prove su un modello 3D appositamente realizzato, abbiamo panneggiato un perizoma in tessuto di misto lino, opportunamente tinto d’azzurro e apprettato con una specifica resina che permette di mantenere la forma dei panneggi e di rendere meno ricettiva alla polvere la stoffa. Le sue sculture saranno tolte e spostate nel Museo Storico dell'Opera nel 1586, poiché il Granduca Francesco I de' Medici decise di costruire una nuova facciata. Il ritorno del Crocifisso in Santa Maria del Fiore. FIRENZE — Dopo quattro anni di restauro, è tornato sul'altare maggiore del Duomo di Firenze il crocifisso ligneo quattrocentesco dello scultore e architetto Benedetto da Maiano. Il Crocifisso dell’altar Maggiore del Duomo Fiorentino è stato scolpito in legno di tiglio da Benedetto da Maiano, uno dei maggiori artisti del primo Rinascimento, alla fine del XV secolo, entro il 1497, data di morte dell’artista, che lo lasciò privo di colore nella sua bottega in via dei Servi, a due passi dalla Cattedrale. Firenze, Museo dell’Opera di Santa Croce. Il recuperato incarnato naturalistico si interrompeva alle ultime due falangi di alcune dita delle mani e all’alluce del piede destro lasciando in vista le integrazioni in legno, intagliate dal Dupré e da un aiutante di nome Fanfani, che erano sovradimensionate nella larghezza, ma eccessivamente corte, come, per esempio, nel caso del dito medio che era più corto del pollice originale. Queste aggiunte lignee inoltre si raccordavano malamente alle parti originali, che erano state in parte coperte con stuccature di raccordo. Filippo Brunelleschi era figlio del notaio ser Brunellesco di Filippo Lapi e di Giuliana di Giovanni Spinelli.Più o meno coetaneo di Lorenzo Ghiberti (nato nel 1378) e di Jacopo della Quercia (1371-1374 circa), crebbe in una famiglia agiata, che però non era imparentata con i nobili fiorentini Brunelleschi ai quali è tutt'oggi dedicata una via nel centro di Firenze. Dopo numerose indagini effettuate in situ dal Settore di restauro della Scultura lignea e dal Laboratorio Scientifico dell’Opificio che hanno rassicurato sulla esistenza di una policromia antica, a carattere naturalistico, sotto lo strato della pittura a finto bronzo, è stato deciso di procedere al restauro completo. Le notevoli diversità di stile rivelate nelle sue parti sono la testimonianza del variare del gusto nel lungo periodo trascorso fra la sua fondazione ed il completamento. Iva: 00538420480 - Codice Destinatario USAL8PV, Design di The Branding Crew - Realizzazione di GruppoMeta, Il pavimento di Santa Maria del Fiore: il tappeto di marmo per la Cattedrale del Granduca, La facciata trecentesca della Cattedrale di Firenze, La leggenda del leone sulla porta della Cattedrale di Firenze. Settore di restauro Scultura lignea Policroma: Direttore e coordinatore del restauro: Laura Speranza, Restauro: Peter Stiberc e Iolanda Larenza, Parti intagliate in legno: Rita Chiara De Felice, Bertrand Lorenz, Disinfestazione anossica: Andrea Santacesaria, Restauro della corona di spine e aureola in metallo: Paolo Belluzzo, Realizzazione del perizoma in tessuto: Tae Alice Nagasawa. Il corpo di Cristo è appoggiato contro un pannello decorato. Il crocifisso di Benedetto da Maiano è uno dei massimi capolavori della scultura di epoca savonaroliana. Tra il 1380 ed il 1421 furono costruite le tribune e forse anche il tamburo della Cupola. L'ingresso alle persone con difficoltà motoria è situato sul lato destro della Cattedrale. Nei laboratori della Fortezza da Basso il Crocifisso, che era interessato da una miriade di fori di tarlo, è stato disinfestato con un trattamento anossico, entro una tenda appositamente realizzata. Nel 1418 l'Opera di Santa Maria del Fiore bandisce il concorso che Brunelleschi vince, ma solo due anni dopo i lavori avranno inizio e dureranno fino al 1434. La cattedrale metropolitana di Santa Maria del Fiore, conosciuta comunemente come duomo di Firenze, è la principale chiesa fiorentina, simbolo della città ed uno dei più famosi d'Italia; quando fu completata, nel Quattrocento, era la più grande chiesa al mondo, mentre oggi è ritenuta la terza in Europa dopo San Pietro a Roma e il Duomo di Milano. Eleganti anche le altre due porte: quella del Campanile (a sud), nella seconda campata, con rilievi della scuola di Andrea Pisano e la porta della Balla (a nord), il cui nome deriva dall'antica apertura sulle mura fiorentine in Via dei Servi (Borgo di Balla), in cui si trovavano i tiratoi dell'Arte della Lana.La parte absidale chiude dignitosamente la Cattedrale con tre grandi tribune con bifore gotiche. Tutti i fori di tarlo sono stati richiusi per motivi sia conservativi che estetici. Infatti sulla sinistra del torace è visibile un fiotto di sangue che esce dalla ferita a l costato. Pubblicità | Editore | Disclaimer | Privacy | Durc | Provider, Questo sito contribuisce alla audience di, Il Meyer affronta il Covid e sdoppia il pronto soccorso, Covid, 2.508 nuovi casi in Toscana, 22mila tamponi, Cisanello, interviene la Polizia nel reparto Covid, Bimba di un anno ustionata dall'acqua bollente. Il Crocifisso viene completato da due elementi accessori in metallo, l’aureola e la corona di spine, ricordati dai documenti che riferiscono l’esecuzione a Michelagnolo di Guglielmo “octonaio” prima del 26 giugno 1510. Sempre l’Opera del Duomo, fra l’aprile e il giugno 1510 fece dipingere il Crocifisso al pittore Lorenzo di Credi, che si era formato nella bottega di Andrea Verrocchio. Anche gli occhi leggermente socchiusi lasciano scorgere la sclera bianca e l’iride marrone chiaro. TOSCANA MEDIA NEWS quotidiano on line registrato presso il Tribunale di Firenze al n. 5865 del 8.03.2012.