E quel Gesù, sognatore come il Padre, lo raccontò a chi lo volle ascoltare, e sulla sua Parola appose il sigillo dello Spirito, che con la sua potenza avrebbe continuato l’opera creatrice dell’Amore Trinitario. Scende nell’arena da antagonista per provare la nostra forza, per diventare dentro di noi più forte della potenza con la quale si oppone a noi. Donna, se’ tanto grande e tanto vali, Sandro Giacobbe è tifoso del Genoa.Conta 375 partite e 4 gol con la Nazionale Italiana Cantanti, di cui dal 2001 al 2016 è stato anche l'allenatore. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website. All’inizio, infatti, Giacobbe sembra essere il più forte, e l’avversario – dice il testo – «non riusciva a vincerlo» (v. 26); eppure colpisce Giacobbe all’articolazione del femore, provocandone la slogatura. Egli crea le premesse perché ci sia la riunione e la riconciliazione di offesi e offensori. In quella lunga notte in cui ci giochiamo tutto (la realizzazione del sogno e quindi la bellezza della vita, il futuro), Dio, per l’altissima posta in gioco, ci farà vincere facendoci un grande dono: la Fede, quella che sposta le montagne. NARRATORE Sua disïanza vuol volar senz’ali. NARRATORE (Salmo 44), Lèvati, aquilone, e tu, austro, vieni, Vieni mia gioia, abiti i mondi per trastullo, sicché mi sarai luce danzante nel pensiero, i mondi per tuo riso, abbiti i serti di stelle e le collane d’astri, mettiti la luna sotto i piedi gentili, fasciati nella fascia stellare di Galatea. Non ancora le sorgenti dell’acque rigurgitavano ed i monti s’erano eretti nella loro grave mole, né le colline eran monili al sole, che io ero partorita. E quando questo avviene, tutta la nostra realtà cambia, riceviamo un nome nuovo e la benedizione di Dio. Di caritate; e giuso, intra i mortali, Inerme, nella notte, il Patriarca Giacobbe combatte con qualcuno. Spirito Santo acconsentì che i suoi Apostoli ed Evangelisti ne parlassero pochissimo e soltanto quanto era necessario per far conoscere Gesù Cristo, sebbene fosse la sua Sposa fedele. Ce lo ricorda anche il profeta Osea: « […] nel suo vigore, lottò con Dio; lottò con l’Angelo e restò vincitore; egli pianse e lo supplicò». La mia lingua è stilo di scriba veloce. Questo è il miracolo del sogno, e se vogliamo portarlo al suo pieno compimento dobbiamo metterci in cammino. Il popolo di Dio vive la fede come sfida rischiosa. Per questo l’autore sacro utilizza il simbolo della lotta, che implica forza d’animo, perseveranza, tenacia nel raggiungere ciò che si desidera. traesti e inchinasti la sua divinità a venire a te; NARRATORE L’amore Trinitario sognava un luogo meraviglioso da condividere, e senza riuscire a trattenersi, in una terra informe e deserta dove le tenebre ricoprivano l’abisso (Gn 1,1-2), lo Spirito iniziò a mettere ordine nel caos. È ormai evidente che Gesù si formò tra i gruppi mistici ebrei in Egitto, ma gli insegnamenti e le tecniche lì a disposizione erano permeate del misticismo delle tradizioni preesistenti. AVE MYRIAM! Vergine madre, figlia del tuo Figlio, Il provvidenziale intervento degli Angeli di Mons, Le evocazioni spiritiche della strega di Endor. Papa Francesco, in diverse occasioni ha invitato i giovani a non avere paura di “diventare artigiani di sogni e di speranza”, nonostante le dure prove della vita, dove i sogni rischiano di arenare e a poco a poco a sbiadire fino a spegnersi nell’amarezza delle disillusioni. Tu sei Israele, questa è la tua storia, che inizia con il padre Abramo e ti accompagna fino al fratello primogenito Gesù, con i fratelli e le sorelle di ogni età, sia fedeli sia infedeli. La notte è il tempo favorevole per agire nel nascondimento, il tempo, dunque, migliore per Giacobbe, per entrare nel territorio del fratello senza essere visto e forse con l’illusione di prendere Esaù alla sprovvista. Li prese, fece loro passare il torrente e portò di là anche tutti i suoi averi. Testo: Genesi 32, 24-32 « Così Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntar dell'alba. Perché sei la donna, (Lc 1,26-27), NARRATRICE (San Francesco d’Assisi). Quanto ci ha dato Iddio e ci continua a dare per lei, a richiesta di lei, perché la sua gioia si riversa nella gioia di Dio e l’aumenta a bagliori che empiono di sfavillii la luce, la gran luce del paradiso. IVA 06212220013 - Iscr. Verso di te mi attira nuovamente l’amore. Il sogno era salvo. L’episodio della lotta allo Yabboq si offre così al credente come testo paradigmatico in cui il popolo di Israele parla della propria origine e delinea i tratti di una particolare relazione tra Dio e l’uomo. vengo solamente, o Madre, per guardarti; Giacobbe si mette in viaggio da Beersheba alla volta di Harran. Rimase incinta e partorì senza dolore un figlio. Quando quest'uomo vide che non lo poteva vincere, gli toccò la cavità dell'anca; e la cavità dell'anca di Giacobbe fu slogata, mentre quello lottava con lui. Home / S. MARIA MADRE DI DIO. Che, qual vuol grazia e a te non ricorre, Realizzarlo diventa un bisogno primario per la nostra vita e lo poniamo all’apice di ogni altra necessità, custodendolo nel cuore come un tesoro inestimabile. Odi di Salomone. amandoti di singolare amore. La lotta di Giacobbe con Dio al guado dello Yabboq è il tema della riflessione di Benedetto XVI nell'udienza di mercoledì 25 maggio. e con l’olio della tua umiltà (Cantico dei cantici), NARRATORE la luce del vero conoscimento 2 Giacobbe osservò anche la faccia di Làbano e si accorse che non era più verso di lui come prima. Il testo non specifica l’identità dell’aggressore; usa un termine ebraico che indica “un uomo” in modo generico, “uno, qualcuno”; si tratta, quindi, di una definizione vaga, indeterminata, che volutamente mantiene l’assalitore nel mistero. Giacché molto spesso sono state proprio queste convinzioni la causa prima degli avvenimenti storici riportati nei documenti. Dio si lascia vincere sulla croce per poterci benedire, si fa debole, ma non ce la dà per vinta, anzi si fa carico delle nostre domande e della nostra lotta assumendole nella vita del suo Primogenito, Israele (Mt 2, 15): il Figlio vive in sé la suprema lotta che Dio combatte per instaurare la benedizione. Ma in questo gesto di arrendersi anche Giacobbe paradossalmente risulta vincitore, perché riceve un nome nuovo, insieme al riconoscimento di vittoria da parte dell’avversario, che gli dice: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto» (v. 29). La preghiera richiede fiducia, vicinanza, quasi in un corpo a corpo simbolico non con un Dio nemico, avversario, ma con un Signore benedicente che rimane sempre misterioso, che appare irraggiungibile. È veramente un peccato che il racconto non raffiguri Giacobbe che sale la scala, passando da questo mondo all’altro, per poi ritornare con quanto aveva imparato. Viaggio nel Mistero utilizza i cookie per migliorare l'esperienza di navigazione ed inviare pubblicità e servizi in linea con le preferenze degli utenti. Il messaggio di Cristo nel mio sogno di bellezza. VIRGO DEI, VIRGO PIA Colui che si lascia benedire da Dio, si abbandona a Lui, si lascia trasformare da Lui, rende benedetto il mondo. E così Caterina da Siena, e con lei ogni creatura amante dell’amore. Il dolore traccia una via nell’anima, un solco così profondo che difficilmente potrà essere colmato, ma ci fa ridestare il desiderio ardente di costruire bellezza intorno a noi. Dio ha benedetto Giacobbe, suo popolo, cambiandogli il nome in Israele. NARRATORE Lo strano caso del poltergeist di Rosenheim, Viaggio nel Mistero Copyright © 2019. Termine fisso d’eterno consiglio. La notte di Giacobbe al guado dello Yabboq diventa così per il credente un punto di riferimento per capire la relazione con Dio che nella preghiera trova la sua massima espressione. Teatro – LA NOSTRA STORIA COMU ‘NNI LA CUNTARU, Sceneggiatura – VERSI D’AMORE SUL FRONTE DEL PIAVE, ” (Papa Francesco – Sinodo dei vescovi 2018). Quando sorge l’alba, avanza zoppicante, ferito all’articolazione del femore, e il suo nome non è più quello tribale di Giacobbe, ma è «Israele», che significa «contende con Dio»: dall’incontro nello scontro e dalla sfida nella fede non usciamo incolumi ma sfigurati e trasfigurati. Tel. Un primo esempio lo si può rinvenire nella storia della scala di Giacobbe nell’Antico Testamento. Non ci verrebbe in mente che Dio sia là, dietro l’angolo, pronto ad attaccare. Maria condusse una vita assai nascosta; per questo è chiamata dallo Spirito Santo e dalla Chiesa Alma Mater: Madre nascosta e segreta. Ora sappiamo che Dio non ci colpisce per i nostri inganni ma ci tende imboscate per dare alla nostra vita nuove svolte e opportunità. Con questo nome riconosce quel luogo colmo della presenza del Signore, rende sacra quella terra imprimendovi quasi la memoria di quel misterioso incontro con Dio. In alto c’è Dio che promette a Giacobbe e alla sua progenie la terra su cui sta dormendo. nel quale vaso sta e arde e piacesti al Padre eterno: This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. e il mio diletto è per me. Il popolo di Dio vive la fede come sfida rischiosa. Qui la lotta subisce una svolta importante. E se l’oggetto del desiderio è il rapporto con Dio, la sua benedizione e il suo amore, allora la lotta non potrà che culminare nel dono di se stessi a Dio, nel riconoscere la propria debolezza, che vince proprio quando giunge a consegnarsi nelle mani misericordiose di Dio. Quantunque in creatura è di bontate! Che il Signore ci aiuti a combattere la buona battaglia della fede (cfr 1Tm 6,12; 2Tm 4,7) e a chiedere, nella nostra preghiera, la sua benedizione, perché ci rinnovi nell’attesa di vedere il suo Volto. Lottiamo anche con Dio, lo sconosciuto, che non ci lascia in pace. Una chiara ripresa dell’idea riscontrata in Egitto, secondo cui l’Oltretomba e il mondo terreno sono intimamente (e dinamicamente) collegati, è una dimostrazione, se mai ne avessimo avuto bisogno, che la visione di Giacobbe nasceva da una tradizione ancora vivente di cui essa ne era solo un frammento, una timida sbirciata sul paesaggio verdeggiante della Terra Promessa. Conoscere il nome di qualcuno, infatti, implica una sorta di potere sulla persona, perché il nome, nella mentalità biblica, contiene la realtà più profonda dell’individuo, ne svela il segreto e il destino. Da bracciante a segretario della Cgil, Amen.is una piattaforma online per la preghiera. Così, al termine della lotta, ricevuta la benedizione, il Patriarca può finalmente riconoscere l’altro, il Dio della benedizione: «Davvero – disse – ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva» (v. 31), e può ora attraversare il guado, portatore di un nome nuovo ma “vinto” da Dio e segnato per sempre, zoppicante per la ferita ricevuta. Lo generò in esempio, lo possedette in grande potenza, lo amò in salvezza, lo custodì nella soavità, lo mostrò nella grandezza. O Maria, vaso d’umiltà, E allora coraggio! …che prima ancora della creazione da sempre accarezzava e stuzzicava il suo grande Cuore: grande per amore, creatività, entusiasmo. In questo caso particolare non temere la presunzione, o Vergine saggia: se infatti è piacevole il tuo pudore nel silenzio, in questo momento, però, e più necessaria la tua pietà espressa nella parola. NARRATORE la creatura nel suo onore primo e nel suo sboccio finale, e con lo Spirito Santo Paraclito; Forse perché il rapporto di Israele con il suo Dio è sempre stato segnato dalla lotta per una benedizione, anche sotto giudizio e a caro prezzo, come per sottrazione? (Eleuterio), NARRATRICE Il testo biblico ci parla della lunga notte della ricerca di Dio, della lotta per conoscerne il nome e vederne il volto; è la notte della preghiera che con tenacia e perseveranza chiede a Dio la benedizione e un nome nuovo, una nuova realtà frutto di conversione e di perdono. che è la verità fra le tue braccia, NARRATRICE E’ scesa la notte sul nostro cammino e il sogno ha cessato di brillare. Bisogna tirare fuori la grinta – siamo alle prese con il lavoro, con i membri della famiglia e della chiesa, con i colleghi, i superiori, i dipendenti… dobbiamo affrontare esami, problemi di salute, negoziare, mediare, difenderci, prendere decisioni sofferte. guardare il tuo volto, lasciare il cuore cantare Portatrice del Salvatore, la prima salvezza tu fosti. Egli si alza presto al mattino, prende la pietra che gli ha fatto da cuscino e la erige come una stele, versandovi sopra dell’olio, e nomina il luogo Betel, ovvero “la casa di Dio” (Genesi 28:10-19). Come petalo di empirea rosa, un peta­lo immateriale e prezioso che era gemma e fiamma, che era alito di Dio che scendeva ad animare una carne ben diversa­mente che per le altre, che scendeva tanto potente nel suo fuoco che la Colpa non poté contaminarla, essa valicò gli spazi e si chiuse in un seno santo. Alla comparsa dell’uomo che lottò con lui tutta la notte, avvertimmo la stretta su di noi di un Dio coinvolto, più nemico che amico, certamente non scontato. Se non buttiamo la spugna decidendo di tornare indietro, ci ritroveremo a menare pugni, a lottare con tutte le forze fino allo sfinimento, fin quasi a lasciarci la pelle. Sorgi con la fede, corri col tuo affetto, apri con il tuo consenso! Così è germinato questo fiore.
2020 la notte di giacobbe