Poco dopo, sulla sinistra ci sono degli alberi da frutta in un terreno recintato. La aggiriamo quasi in piano con una curva a sinistra e torniamo nel bosco. Lasciamo alla sinistra un baitello con due porte, seguito da una fontana con quattro vaschette in cemento e raggiungiamo le prime case del Dosso Chierico (m. 1190). Giunti al termine della zona protetta, proseguiamo alternando tratti più o meno ripidi (m. 1175). In questo punto un ruscello passa sotto alla sterrata (m. 1640). The mountain hut Passo San Marco 2000 is located at 1850 metres above sea level in Val Brembana (Bergamo), in the municipality of Mezzoldo. Superato il ponte, dopo una breve discesa, ci immettiamo sul percorso principale precedentemente descritto con il quale proseguiamo il nostro cammino
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Poi ritorna sentiero. Si continua a scendere fino ad un caratteristico pianoro dove e' situata la graziosa Baita delle Cadelle (2057 m) e, poco distante, una solida stalla. Troviamo il segnavia 113 su di una pietra. dello slargo un segnavia indica davanti la Via Priula. Lasciamo a destra un palo in metallo al quale arriva un cavo che poi scende e prosegue interrato. Entriamo in un bosco dove prevale l'abete bianco e passiamo accanto ad un cartello che indica una zona di caccia (m. 1005). destra, il segnavia 114 indica in discesa la Via Priula e Ponte dell'Acqua a ore 1. 0.20, Monte Mincucco (m. 1832) a ore 3, Passo San Marco (m. 2000) a ore 4. un baitello di legno (m. 1175). Proseguiamo con un'altra coppia di tornanti destra-sinistra, vicini tra loro. Un ruscelletto passa sotto alla sterrata. proseguiamo fino al bivio tra Soliva e Sparavera. Prima del ponte c'è un altro bivio e i segnavia indicano a sinistra: 13 Santa Brigida, Diga Alta Val Mora (m. 1547) a ore 2, Rif. Raggiunto il Passo San Marco, caratterizzato da un grande omino in pietra e da un altare realizzato dagli Alpini si percorre per circa 150 m la strada verso Morbegno fino alla deviazione in direzione del Monte Fioraro (sempre sentiero n. 101). Basso (m. 930) a ore 2. Percorriamo un ampio tornante destrorso seguito da altri due tornanti sinistra-destra vicini tra loro. Alla sinistra c'è un baitello in cemento mentre alla
Presso un tornante sinistrorso troviamo un segnavia che indica la Via Priula (m. 1455). Chierico a ore 1.30, Passo San Marco a ore 4. Un altro rivolo passa sotto alla stradina. Continuiamo in leggera discesa. Un cartello indica la Via Priula verso destra. Poco dopo dalla sinistra scende il sentiero, più sotto descritto come variante, che proviene da Caprile Superiore. destra ci sono delle protezioni verso il lago. Continuiamo fino al dodicesimo tornante (m. 1830). Un centinaio di metri più avanti lasciamo la stradina sterrata per prendere la mulattiera, contrassegnata dal segnavia a bandierina con il n. 110, che
Passiamo sotto ai cavi dell'alta tensione (m. 1420). In questa zona ci sono meno alberi e alla destra possiamo ancora vedere in lontananza la chiesa della Madonna delle Grazie. Su di una pietra vediamo il segnavia 110 a bandierina. Passiamo nuovamente tra i tralicci senza cavi (m. 1700). Passiamo sotto ai cavi dell'alta tensione e riprendiamo a salire (m. 1765). Tempo impiegato: ore 1.40 - Dislivello m. 515
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1900). Losc (m. 935) a ore
sono le Baite del Losco. Quasi in piano percorriamo un'ampia curva a destra passando a valle di un masso che parrebbe essere in bilico (m. 1225). c'è un portico. Quasi in piano, iniziamo ad attraversare un vasto pianoro. Questo tratto della mulattiera è ben conservato. Poi in salita, arriviamo ad una curva a sinistra oltre la quale proseguiamo con minore pendenza. con segnavia che vediamo in alto ai margini del bosco; quella che appare più evidente prosegue diritto verso alcuni tralicci che non reggono alcun
della Serada (m. 1528) a ore 1.50, Monte Mincucco (m. 1832) a ore 2.50. Il percorso è lungo sei chilometri e la pendenza non è mai ripida. Camminando in leggera salita lasciamo a sinistra un cassottello di legno (m. 1100). (m. 842) a ore 0.30; dietro: 13-15 Santa Brigida; Caprile Superiore (m. 970) a ore 0.20, Loc. santi. Percorriamo un ampio tornante destrorso mentre il torrente della Val Viaga attraversa passando sotto alla stradina (m. 1065). Altri gradini scendono alla destra verso i prati. In pratica i due sentieri aggirano semplicemente, dai due lati, il muro di pietre e tornano ad unirsi davanti
Attraversiamo il letto di un ruscello che troviamo in secca (m. 1250). Dopo un tratto in salita proseguiamo con minore pendenza camminando sopra delle radici affioranti dal terreno. In alto alla sinistra c'è un canile. Si ignora il sentiero che scende sul versante valtellinese, ma si continua sulla destra lungo il costone erboso, ora segnalato con 201, che offre un magnifico colpo d'occhio sulla Val Lunga e, disposti a quote diverse, sui Laghi del Porcile. Superiamo un breve tratto allo scoperto e poi, in leggera salita, rientriamo nel bosco (m. 1210). Quasi in piano arriviamo ad un tornante sinistrorso (m. 1205). Alla sinistra troviamo una baita recintata con una staccionata di legno; una scala consente l'ingresso direttamente nel sotto tetto. Alla sinistra vediamo il letto di un torrente che troviamo in secca. La strada ridiventa sterrata (m. 880). Il sentiero si biforca e andiamo a destra, seguendo la traccia più bassa marcata dai bolli. Ora i tralicci sono
Aggirato verso destra un dosso erboso, torniamo a vedere il Rifugio San Marco 2000. Proseguiamo in leggera salita tra i prati mentre sulla destra ci accompagna un basso muretto in cemento. Proseguiamo in leggera salita. In basso a destra, tra gli alberi, vediamo il torrente compiere due salti. Ignoriamo il Sentiero dei Misteri che prosegue diritto e girando a destra attraversiamo il ponte gettato sulla
Saliamo alcuni gradini e poi con minore pendenza percorriamo un sentiero inerbito camminando tra un basso muretto a sinistra e una staccionata di
Ora dobbiamo scendere sul versante bergamasco. Può essere raggiunto in auto seguendo la strada che da Morbegno, passando per Albaredo, sale fino al Passo San Marco (circa 27 km) e scende poi per la valle bergamasca. Transumanza (fondo verde), 4 Sentiero dei Misteri (fondo blu). Un altro segnale stradale ribadisce il divieto di transito ai veicoli. dobbiamo parcheggiare vicino al Torrente Mora. sei autovetture. Percorriamo una curva a destra, passando tra una parete rocciosa e una roccetta con i bolli. Continuiamo quasi in piano e troviamo un segnavia, circondato da tre paletti, che indica dietro Cantedoldo (m. 1655). Alla sinistra troviamo due vecchi baitelli di pietra, coperti di muschio, addossati alla roccia. Altri cartelli simili li
Alla sinistra ci sono una fontana con vasca ed un
Marenda (m. 1150) a ore 0.30, C.ra
Alla
Percorriamo un breve tratto quasi in piano attraversato da un rivolo. Ben presto la mulattiera diventa sentiero e, in salita, entra nel bosco. Le aggiriamo verso destra con un tornante
Dopo un tratto con pochissima pendenza, riprendiamo a scendere. Vediamo anche una piccola freccia bianca. Alla sinistra c'è un muretto di pietre a secco e alla destra due solitarie betulle nate dallo stesso ceppo. Vediamo il segnavia 113 su delle lastre ammucchiate (m. 1750). Prendiamo questa stradina e, dopo pochi passi, la
A questo punto ci ricongiungiamo alla provinciale nei pressi di un tornante. In lontananza, davanti, ecco riapparire la palina di legno. Tempo impiegato: ore 3 - Dislivello m. 1035
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso passando tra due tralicci e sotto ai cavi (m. 1765). Percorriamo un lungo tratto tra l'erba seguendo alcune tracce di sentiero che procedono in parallelo. Il sentiero si divide solo per aggirare un albero, sul quale vediamo i bolli, e subito si ricompone. Seguendo le indicazioni per il Passo San Marco, al km. Attorno ci sono delle betulle mentre i cavi scorrono sopra di noi, seppur leggermente alla sinistra. Passo di Verrobbio a ore 1.10; dietro: Alpe d'Orta a ore 0.40, Passo di Pedena a ore 3.10, Alpe Piazza a ore 4. Continuiamo in leggera discesa e vediamo un tubo affiorante dal terreno che attraversa il sentiero. dell'alta tensione e, piegando a destra tra l'erba, in leggera salita, seguiamo una traccia meno evidente. Alla sinistra invece c'è una grande bacheca con tettuccio alla quale sono appesi tre cartelli che parlano
Quasi in piano attraversiamo la terza colata di pietrisco. Dopo pochi passi su asfalto riprendiamo a camminare su sterrato (m. 915). Ora alla destra del percorso il precipizio è quasi
Ora scendiamo tra gli alberi e, giunti in basso, troviamo una palina con dei segnavia che indicano davanti con il sentiero 113:
Ora le pietre della mulattiera sono ben visibili. Alla destra ci sono delle protezioni con paletti di ferro che reggono due cavi. Losc (m. 935) a ore 0.20, Diga Alta Val Mora (m. 1547) a ore 2.15, Passo S. Marco (m. 2000) a ore 4. Data escursione: marzo 2012
I segnavia indicano a sinistra con il percorso 110:
Proseguiamo verso sinistra. Troviamo un ruscello che attraversa la sterrata passandole sotto (m. 1595). Lo percorriamo quasi in piano. I primi tornanti sono abbastanza ravvicinati. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice. Riunitesi le due tracce continuiamo quasi in piano sempre sotto ai cavi dell'alta tensione (m. 1755). Passiamo sotto ai cavi dell'alta tensione lasciando a sinistra due tralicci. Dopo un tratto in leggera salita ne percorriamo un altro in leggera discesa lasciando a sinistra dapprima un'azienda agricola e poi un traliccio. sentiero 133: Averara. Pochi passi più avanti alla destra c'è il Rifugio San Marco 2000. Percorriamo una curva a sinistra. Proseguiamo in leggera discesa. Subito dopo, in leggera salita, giriamo a destra e attraversiamo il letto di un torrente in secca (m. 1440). Percorriamo due tratti in leggera discesa alternati ad altrettanti quasi in piano. Proseguiamo in salita. Superato un tornante destrorso, davanti ci troviamo il muraglione della diga (m. 1520). Ora davanti abbiamo il Piano dell'Acquanera. Percorriamo un tratto quasi in piano su sterrato. Al primo tornante, in Località Riva, nel periodo invernale, dopo la prima abbondante nevicata, la strada viene chiusa al traffico e viene battuta dal personale del Rifugio San Marco 2000 che gestisce
Caprile Inferiore a ore 1.50, Averara a ore 2.20. Percorriamo poi un tratto in salita e continuiamo in leggera discesa. Frattanto abbiamo raggiunto la cascata generata da un salto del torrente più grande degli altri (m. 1465). Dalla Val Brembana Da … Attraversiamo il ruscello camminando su delle pietre che lo coprono (m. 1940). Alla destra ci sono una panchina ed una bacheca con tettuccio alla quale sono appesi due cartelloni che parlano
Per un tratto il percorso si trasforma in una larga mulattiera (m. 1270). Camminando in leggera salita, lasciamo a sinistra un garage e uno slargo per parcheggiare, mentre passiamo a valle del borgo. Più avanti, un tratto incassato nella valle ci obbliga a seguire l'asfalto per circa un chilometro. 13 giriamo a destra (sud) in Via Morelli. In questa zona gli alberi ai lati sono a una certa distanza dal sentiero (m. 1575). Alla destra c'è una bacheca con un cartellone che ne spiega l'utilizzo (m. 1165). Una ripida rampa ci conduce fino alla diga che chiude il bacino di Ponte dell'Acqua (m. 1272). Alla sinistra da un tubicino bianco esce dell'acqua. In leggera salita passiamo tra due tralicci. Il rifugio è indicato come quarta tappa del sentiero delle Orobie Occidentali (rif. Guadiamo il torrente agevolati da alcune pietre che affiorano dall'acqua (m. 1625). Saliamo alcuni rudimentali gradini di pietra. forra della Val Pedena. Alla sinistra ci sono delle vecchie protezioni di legno. Raggiungiamo Santa Brigida e continuiamo fino ad un tornante sinistrorso dove sulla destra si stacca una stradina asfaltata (cartello: Caprile). Alla destra, in basso, vediamo il fondo di una valletta. bianca (m. 955). Un altro segnala la Via Priula (m. 1105). Continuiamo su sterrato in leggera discesa. Torniamo a salire. Saliamo poi in modo abbastanza ripido passando accanto ad alcuni massi. Gia in vista della Casera d'Orta Vaga, percorriamo un tornante destrorso (m. 1660). Su di una pietra vediamo il segnavia 113 a bandierina. Presso un tornante destrorso un rivolo bagna la mulattiera (m. 1755). Alla destra c'è una pozza; più in alto a sinistra vediamo una baita. Alla destra ci seguono due file di tralicci e la carrozzabile asfaltata. Tre cartelli colorati segnalano infatti verso destra: 1 Via Priula (fondo rosso), 3 Sentiero
Usciamo dal bosco. 48.3, poco prima di arrivare a Mezzoldo, troviamo un cartello che indica a sinistra la Cà San Marco a ore 2.45. Da Caprile (Averara) risalendo la Valmora segnavia CAI n 110, Dalla Valtellina Quella marcata con qualche bollo bianco-rosso, sale a destra puntando ad una palina di legno
Più avanti troviamo
Dalla Val Brembana verso un pollaio. lasciamo per imboccare sulla destra la mulattiera. 0.20, Dosso Chierico a ore 1.10, Passo San Marco a ore 3.30. E' poi la volta di un tornante destrorso (m. 1085) seguito da un tratto allo scoperto inizialmente in leggera salita e poi con maggiore pendenza. Troviamo poi un rivolo che attraversa su di una base in cemento e pietre. Trascuriamo un sentiero con gradini in legno che sale a destra. Un rivolo attraversa il sentiero. Tempo: 7.30 h - Dislivello Salita: 1260 m - Dislivello discesa: 1560 m - Segnaletica: 101 Superiamo due tornanti destra-sinistra che hanno delle pietre di rinforzo ai lati. Agevolati da rudimentali gradini, attraversiamo un'altra zona con delle pietre franate (m. 1100). sale alla sinistra. Seguiamo ora il crinale, tra la Valle di Mezzoldo e la Val Mora, in un tratto in cui il selciato è ancora ben conservato, ed arriviamo al tornante ove sorge il rifugio. Ora siamo circondati da vari alberi e alla sinistra ci accompagna un muretto di pietre. Dapprima in leggera discesa e poi quasi in piano arriviamo ad un altro bivio dove è indifferente prendere l'una o l'altra direzione in quanto, più
Alla sinistra c'è una cascatella (m. 1150). Andiamo a destra. Torniamo a salire tra gli alberi. In questo tratto della traversata serve prestare attenzione al tracciato poichè risulta poco frequente ed in alcuni punti puo' essere smarrito. Percorriamo una curva a sinistra camminando su di una lastra in pietra. Con la statale 470 percorriamo il fondovalle della Val Brembana fino al bivio di Lenna dove lasciamo a destra la provinciale 2 per Foppolo e continuiamo sulla sinistra con la provinciale 1. Alla sinistra c'è una parete di roccia sulla quale vediamo un segnavia a bandierina. Ora la mulattiera scorre sotto una delle due linee dell'alta tensione, quella più a sinistra (m. 1815). Poi in discesa e arriviamo ad un bivio. Con minore pendenza arriviamo al successivo, destrorso, oltre il quale torniamo a salire. Ci incamminiamo verso la chiesa. Proseguiamo in lievissima salita seguendo tracce di sentiero tra l'erba e passiamo sul retro della baita a circa cinquanta metri di distanza. Proseguiamo tra gli alberi. Superiamo una zona con pietrisco franato. Dopo un tratto quasi in piano con un muretto alla sinistra, continuiamo tra prati e alberi. Continuiamo su sentiero sterrato, dapprima in leggera salita e poi quasi in piano. Il panorama ci mostra davanti il Pizzo della Segade (m. 2178) e il Monte Azzarini (m. 2431) mentre alla sinistra c'è
Saliamo poi in modo abbastanza ripido, inizialmente con dei gradini di pietra. Troviamo altri rudimentali gradini di legno. Data escursione: febbraio 2018, clicca qui per stampare questa pagina (solo testo), ai Laghetti Ponteranica (m. 2105) in ore 1.45, ai Piani dell'Avaro (m. 1704) in ore 2.45, al Monte Fioraro/Azzarini (m. 2431) in ore 2.30. 815), possiamo scegliere se proseguire con la mulattiera verso il vecchio borgo, che merita una visita, o proseguire seguendo la strada. In leggera salita superiamo un tornante sinistrorso seguito, poco dopo, da un altro destrorso (m. 1360).