Il primo Adamo è come questo cattivo cliché: da lui sono provenuti tanti uomini, altrettanto peccatori! Si penserà forse che i pagani siano scusabili, in quanto non possiedono la Parola scritta. Tuttavia i diversi servizi posti davanti a noi, benevolenza, ospitalità (v. 13) ecc... devono riassumersi tutti nell’espressione «servendo il Signore» (e non la nostra reputazione). Dio è questo saggio artigiano e la legge il buon utensile (cap. Liberi... non di fare la nostra volontà: significherebbe rimetterci sotto la vecchia schiavitù! Romani 9-11 non è un’appendice ai capitoli 1-8, ma il culmine della lettera. Ho imparato che ora non c’è più condanna per me: sono in Cristo Gesù, posizione di perfetta sicurezza. Ciò che segue, dal cap. Se fosse così, Dio dovrebbe rinunciare a giudicare il mondo (v. 6), anzi essergli grato della sua malvagità perché questa evidenzia la Sua santità! 2 Timoteo 1:12). Ma il desiderio ardente dell’apostolo restava lo stesso: che la gelosia del popolo giudaico nei confronti dei nuovi beneficiari della salvezza (gelosia di cui lui stesso aveva tanto sofferto: Atti 13:45; 17:5; 22:21,22) incitasse questo popolo a ricercare la grazia che, fino a quel momento, aveva disprezzato (v. 14; cap. Caro lettore, le viene offerta questa occasione, se ancora non l’ha colta: essere di Cristo. La prova è data dal fatto che persino Abramo (v. 3) e Davide (v. 6), che incontestabilmente avrebbero avuto il diritto di stare in cima a questa scala delle opere, non se ne sono serviti per essere giustificati davanti a Dio. Matteo 5:44,45), nell’attesa di essere rivelati come tali a tutta la creazione (v. 19). Ogni domanda che poteva ancora porsi ha trovato la sua perfetta risposta! Una meravigliosa pace segue i tormenti del cap. Risvegliamoci, amici; non è il momento di dormire. È vero che non siamo più «nella carne», ma la carne è ancora in noi. Sono paragonabili ad un criminale che, proclamando la sua innocenza, rimette egli stesso alla polizia il corpo del reato che conferma la sua colpa. Invece sono pienamente responsabile se esiste un cartello: Vietato toccare. La carne, «il vecchio uomo», antico proprietario, non è presente che come inquilino indesiderato, chiuso in una camera. Ed inoltre, cosa paradossale!, egli può trovare della gioia nelle tribolazioni presenti. Poi, perché il peccato deve aver perso ogni attrazione per lui. Ciò che Dio si aspetta dalla nostra fede è l’ubbidienza (v. 19 e fine del 26), e ciò che la nostra fede può aspettarsi da Lui, mediante «Gesù Cristo» è la potenza (v. 25), la saggezza (v. 27) e la grazia (v. 20,24). Cosa gli risponde il supremo Magistrato? Dal capitolo 9 al capitolo 11, sarà considerato il fratello maggiore, ossia il popolo giudaico, i suoi privilegi naturali ed anche la sua gelosia. Anzi, li ha sopportati, e li sopporta ancora, «con molta longanimità» (v. 22). «Chi commette il peccato è schiavo del peccato», insegnava il Signore Gesù. È anche il nostro primo dovere nei confronti di coloro che ci stanno vicini e non sono ancora convertiti. 3:22); il Giudeo, come il Greco, non raggiunge la gloria di Dio. Le epistole sono delle lettere, indirizzate dagli apostoli ad assemblee o a credenti, nelle quali troviamo esposte le verità cristiane. Confessategli senza indugio i vostri segreti più vergognosi. Nessuno vi accede con la scala della propria giustizia: sarà sempre insufficiente. Conoscendo in anticipo la sorte dei perduti, perché li ha creati? Generalmente, la disposizione a giudicare gli altri è sempre la prova che conosco male il mio cuore. Tuttavia, queste manifestazioni del male non ci lasciano insensibili. Ebbene! Ognuno dei suoi movimenti per liberarsi ha il solo effetto di farlo sprofondare di più. Queste sono le due grandi verità che colgo per fede. E se Dio è giusto condannando il peccato, è altrettanto giusto giustificando il peccatore «che ha fede in Gesù» (v. 26). Uno dopo l’altro, gli accusati compaiono davanti al Giudice supremo. Compiacersi in ciò che è umile e con gli umili (v. 16), sopportare con pazienza le ingiustizie e gli oltraggi (v. 17 a 20), sono cose contrarie alla nostra natura. Un motivo essenziale per essere fedeli e rianimare i nostri cuori è dato dal fatto che «viene la mattina» (Isaia 21:12). Queste infatti producono preziosi frutti (v. 3, 4) che rendono la sua speranza ancora più viva e fervente. Ritroviamo qui i suoi «compagni d’opera» Prisca e Aquila (Atti 18). Per questo le promesse fatte ad Abramo (e al cristiano) non comportano nessuna condizione; basta crederle. 3:22 non c’era differenza davanti al peccato; tutti erano colpevoli. Se si tratta di veri credenti non ho il diritto di dubitare che agiscano «per il Signore» (v. 6), verso il quale sono responsabili. Ci donerà «Tutte le cose con Lui». Esaù, per esempio, essendo profano, benché fratello gemello di Giacobbe, non ha potuto ereditare la benedizione. Qualcuno obietterà con indignazione: Io non ho commesso gli orribili peccati menzionati in questi versetti. Per avere un testo fedele, lo scrittore dovrà procedere ad una nuova edizione, che parta da un altro cliché. 7:23), e che abita in me (v. 17,20), come un virus insidioso che ha preso possesso dei miei centri vitali. Ebbene! Presumere il bene nei nostri fratelli, significa confidare in Cristo che è in loro. Ma, allo stesso tempo, questa scritta suggerirà a molti visitatori la voglia di avanzare la mano verso gli oggetti esposti, poiché la nostra natura ci spinge ad infrangere ogni regola per affermare la nostra indipendenza. In realtà, tutti i vizi sono in germe nel nostro cuore. L’amore dell’apostolo per il suo popolo si manifestava nel modo migliore: per mezzo delle preghiere (v. 1). E l’apostolo si ferma con adorazione di fronte a questi consigli insondabili di Dio, questa «profondità della ricchezza e della sapienza e della conoscenza di Dio» (v. 33). Il cristiano, che utilizza i servizi pubblici assicurati dallo Stato, deve comportarsi da buon cittadino, pagare le tasse (v. 7), rispettare le leggi e gli ordinamenti: polizia, dogana, ecc... «Non abbiate... debito con alcuno» (v. 8) è un’esortazione da non dimenticare ai nostri giorni, in cui avere dei debiti è entrato nelle abitudini! — esclama quest’uomo — invece di migliorare mi sento ogni giorno più cattivo. progetto di Dio. Ma allora Dio smetterebbe di essere giusto e rinnegherebbe Se stesso (2 Timoteo 2:13). Non solo non devo giudicare i moventi del comportamento altrui, ma devo vegliare per non scandalizzare gli altri col mio. Ma Dio, nella sua saggezza, non glielo aveva permesso, perché questa capitale del mondo antico non doveva diventare il centro della sua opera. «Tu che insegni agli altri... tu che predichi... tu che dici»...; ciò che m’interessa è quello che fai ed anche quello che non fai (Matteo 23:3). 7. Dio è per lui; quale nemico si azzarderebbe ancora a toccarlo? Ma aggiungeva: «Se dunque il Figliuolo vi farà liberi, sarete veramente liberi» (Giovanni 8:34,36). 3:9), che questo regnava su di me (cap. È dunque indispensabile che questa Parola efficace sia proclamata attraverso il mondo. Provarne orgoglio sarebbe la più grande assurdità (v. 20). Abbiamo qui, come qualcuno ha scritto, «una pagina-esempio del libro dell’eternità. Sì, se ogni riscattato volesse essere, nel luogo in cui il Signore lo manda, un messaggero pieno di fervore, gli appelli dell’evangelo risuonerebbero fino agli estremi confini del mondo (v. 18). È anche «l’Iddio della speranza» e vuole che in questa abbondiamo (v. 13). Io mi riconosco incapace, senza forza,... sono dunque pronto a confidare in un Altro. Sentiamo il peso del peccato che ci circonda e che dobbiamo continuamente giudicare in noi stessi (v. 13). Un tempo lo schiavo romano poteva essere affrancato ed anche, eccezionalmente, adottato dal suo padrone con tutti i diritti all’eredità. Tutti noi ne facciamo parte nel tempo presente (v. 5). E Gesù mi prende per mano». Paolo non aveva ancora visto credenti di … È per questo che la terribile sentenza «per certo morrai», già annunciata da Dio prima della caduta dell’uomo (Genesi 2:17), viene confermata: «Il salario del peccato è la morte» (cap. La nostra infermità è grande: non sappiamo né come pregare né che cosa domandare. Dal momento stesso in cui non mi aspetto più niente da me, posso aspettarmi tutto da Cristo. Gli accusati, senza alcuna eccezione, sono riconosciuti colpevoli, condannati dalla legge alla pena di morte (v. 19). Non ha più alcun diritto... ma bisogna stare attenti a non aprirgli la porta. Il capitolo 12 insegnava quali dovevano essere la consacrazione ed il servizio cristiani: il capitolo 16 ce ne mostra la pratica nei cari credenti di Roma ai quali l’apostolo indirizza i suoi saluti. Moralmente questo dramma illustra la storia di molti figli di Dio durante il periodo che segue la loro conversione. Malgrado la sua incredulità, Israele non è stato definitivamente rigettato. Infatti, un «cadavere» non può più essere sedotto dai piaceri e dalle tentazioni. Ma essi hanno sotto gli occhi un altro libro sempre aperto: la Creazione (Salmo 19:1). Per questo il v. 15 mi offre l’argomento decisivo: questo fratello è «colui per il quale Cristo è morto». Ora, tutti sanno che un agricoltore fa esattamente il contrario: innesta nell’albero selvatico un ramo «domestico» della specie che intende ottenere. Là si alludeva a Cristo solo. Un uomo, per quanto sia caduto in basso, troverà sempre qualcuno più miserabile di lui, col quale potrà paragonarsi sentendosi migliore! Ma la maggioranza di loro non ha voluto riconoscere né onorare il suo Autore e ha trascurato di rendergli grazie, che è un dovere di ogni Sua creatura. Dio giustifica «l’empio», e lui solo può farlo (v. 5; confr. Noi non sappiamo che cosa è bene per noi, ma il v. 28 afferma che tutto quello che succede è stato preparato da Dio e, alla fine, s’inserisce nel «suo proponimento», di cui Cristo è il centro. Nella loro audace incredulità, gli uomini si permettono di giudicare Dio col proprio metro: Visto che in definitiva Egli farà tutto ciò che ha voluto, dicono alcuni, di che cosa ci può ritenere responsabili? 3:27), i v. 9 e 10 ricordano che il patriarca Abramo ha ricevuto la giustizia per fede prima del segno della circoncisione (Genesi 15:6; 17:24). Il peccato mi pone dunque inesorabilmente sotto la condanna della legge di Dio... Ebbene! Rischia dunque di perdere la salvezza? Tale corso di lezioni costituisce un documento prezioso, quasi unico per la storia della Riforma, perché ci permette di conoscere l’animo di Lutero alla vigilia dei decisivi avvenimenti nel Egli si presenta a testa alta. Una cosa è certa, possiamo rispondere a tutti i ragionatori: Dio vi ha chiamati, voi che avete la Sua Parola fra le mani. «Sia Dio riconosciuto verace, ma ogni uomo bugiardo!» (v. 4), esclama l’apostolo. In verità, l’amore di Dio non assomiglia a nessun altro. Tutte le circostanze sembravano contraddire ciò che Dio aveva assicurato ad Abramo. Possiamo forse dubitare che il Suo amore non abbia prima fatto tutto il possibile verso Esaù come verso il suo popolo Israele? Questo, però, non era più un problema vivo dopo la fine del primo secolo, quando, in pratica, la cristianità era costituita da non-ebrei. Presentiamogli ciò che Gli appartiene, i nostri corpi, come un sacrificio «vivente» (in contrasto con le vittime «morte» del culto giudaico) affinché Egli agisca per mezzo di essi. Nonostante ciò che a volte sembra, essa è sempre buona, accettevole e perfetta (pesiamo queste parole) per il solo fatto che si tratta della Sua volontà (v. 2; Giovanni 4:34). E quanto più responsabili sono oggi i cristiani che possiedono tutta la Parola di Dio! Questi capitoli ci fanno pensare alla seduta d’un tribunale. Fare del bene è la sola risposta al male che ci sia permessa, ed è anche l’unico modo per vincerlo. La Parola di Dio non è annullata col pretesto che non è stata creduta dai Giudei, i suoi depositari (v. 3; Ebrei 4:2). E quando non ci saranno più la terra e le sue pene, resteremo per l’eternità gli oggetti dell’amore di Dio. Nei versetti da 1 a 8 si trattava del nostro servizio per Dio; i versetti da 9 a 16 enumerano principalmente i nostri doveri nei confronti dei nostri fratelli, mentre dal versetto 17 al versetto 21 è considerata la nostra responsabilità nei riguardi di tutti gli uomini. «La libera volontà non è altro che la schiavitù del diavolo» (J.N.D.). Caro amico, arrivato a questo punto della tua lettura, puoi dire con tutti i credenti: «Io possiedo questa fede che dà la salvezza. Infatti, se sono veramente convinto dell’orrore di me stesso e dal sentimento della grazia di Dio che mi sopporta, ogni spirito di superiorità scompare dai miei pensieri. Tutto è apprezzato e registrato da Colui che sa tutto nei minimi particolari. Un tale spiegamento dei consigli eterni di Dio lascia il riscattato senza parole. Così noi non siamo più debitori verso la carne, questo creditore insaziabile e crudele (v. 12). Dal fatto che conosceva Colui che gli aveva fatto le promesse e gli accordava una totale fiducia. Questi versetti continuano il soggetto dei nostri rapporti con gli altri credenti. Come il padre della parabola, l’apostolo vorrebbe far capire ad Israele che cos’è la grazia sovrana. Il Signore viene! Anzitutto, diversamente dal-la quasi totalitÜ degli scritti neotestamentari, l’autenticitÜ di … Insieme all’apostolo diamogli gloria, esprimendogli la nostra riconoscenza e, soprattutto, viviamo per piacergli. 6:23). L’apostolo si mette al posto d’un simile credente (se non fosse tale, da un lato non dovrebbe affrontare queste lotte, dall’altro non troverebbe il suo piacere nella legge di Dio; v. 22), e ci dipinge la sua disperazione. Il v. 9 ci offre un esempio di ciò che possono essere questi idoli citando i piaceri della tavola che diventano una trappola per gli increduli e, aggiunge il Salmo 69:22, «quando si credon sicuri» è per loro un tranello. No, un simile ragionamento non è mai quello d’un vero figlio di Dio. L’introduzione «contro natura» (v. 24) dei Gentili sul tronco d’Israele sottolinea dunque l’immensa grazia che ha posto noi (che non siamo Giudei) al beneficio delle promesse fatte ad Abramo. Figli di genitori cristiani, questo messaggio è rivolto anche a voi nel modo più solenne. Paolo, da parte sua, non dimentica ciò che è stato fatto per lui (fine del v. 2 e 4). Ognuna di queste esortazioni deve essere meditata e trova la sua applicazione nella nostra vita quotidiana. D’altronde, posso io ergermi giudice dal momento che comparirò presto dinanzi al tribunale di Dio (v. 10) pur essendo già giustificato? Penosa ma necessaria esperienza! Ma per chi continua a vivere sulla terra, si pone ormai un doloroso problema: egli ha ancora in sé la vecchia natura, «il peccato», che riesce a produrre solo dei frutti corrotti. Qui non c’è differenza per quanto riguarda la salvezza (v. 12); tutti possono ottenerla! I v. 9 e 10 ci ricordano che la fede del cuore e la confessione con la bocca sono inseparabili. Così, per la legge, Dio mi coglie in flagrante per la mia disobbedienza e mette in evidenza la cupidigia che è in me, per meglio convincermi di peccato. Ma che grazia nella «voce divina» (v. 4)! Bisognava che la chiesa di Roma non potesse vantarsi, in seguito, d’esser stata fondata da un apostolo per elevarsi al di sopra delle altre assemblee, come non ha mancato, purtroppo, di fare più tardi. Essa è libera e non legata a privilegi ereditari. Si può dubitare della realtà d’una conversione che non ha il coraggio di dichiararsi. Ho scoperto che ero sotto il peccato (cap. I versetti da 6 a 8 enumerano alcuni doni della grazia: profezia, servizio nell’assemblea, insegnamento, esortazione, amministrazione, guida del gregge... Tutte queste attività, direte voi, non mi riguardano: sono per dei cristiani che abbiano l’età adatta e l’esperienza. I capitoli da 12 a 15 descrivono ciò che Egli si aspetta ora da parte nostra. al momento della conversione, queste stesse membra cambiano proprietario. Essere sottomessi alle autorità significa esserlo a Dio che le ha costituite, a meno che non ci vengano richieste cose che sono in evidente contraddizione con la volontà del Signore (confr. E il v. 15 ci mostra in che modo i credenti devono predicare: Non solo con le loro parole, ma anche con la bellezza del loro cammino, «calzati i piedi della prontezza che dà l’Evangelo della pace» (Efesini 6:15). Il più abile scultore che dispone del miglior utensile, non potrà cesellare niente in un legno tarlato. È così che al v. 12, Trifena, Trifosa e la cara Perside non sono menzionate insieme, perché se le prime due si affaticavano nel Signore, la terza si era «molto affaticata», e i loro servizi non sono confusi. La rilegatura più bella non cambierà niente. Al cap. Quando un colpevole è deceduto, la giustizia umana non può più metterlo in prigione. Ed è una liberazione meravigliosa! Il suo Nome riempie questi primi versetti. Nel momento in cui Dio l’ha giustificato, egli era ancora simile ai pagani. Nel suo scoraggiamento, il povero Elia era giunto fino al punto di parlare «a Dio contro Israele» (v. 2,3). Al contrario! Il rimedio non consiste nel discutere con «quei tali» né nello studiare i loro errori, ma nell’allontanarsi da loro, essendo semplici per quel che concerne il male (v. 17 a 19; Proverbi 19:27). Di fronte al mondo che si gloria di privilegi presenti e passeggeri, il credente, lungi dall’essere confuso (v. 5), può valersi del suo ineffabile avvenire: la gloria di Dio (v. 2). Non solo ha accordato loro perdono, giustizia, piena libertà, ma ne ha fatto dei membri della sua stessa famiglia. E se loro non l’hanno fatto, chi potrebbe pretendere di farlo? Che questo stimoli la nostra intercessione per i nostri cari non ancora convertiti! ne sono liberato nello stesso modo in cui sono stato liberato dal peccato: per mezzo della morte (cioè la mia morte con Cristo; v. 4). 6:14), mi teneva prigioniero (cap. Ma, condizione indispensabile per un servizio utile, è pieno d’amore per loro e, prima di tutto, per Colui che sta per annunciare: Gesù Cristo. Allora, sono stati abbandonati a Satana per praticare le peggiori abominazioni. LUTERO E LA LETTERA AI ROMANI 1. Ha suscitato un uomo nuovo, Cristo, e ci ha dato la sua vita. L’apostolo è sicuro che ci sono «buone cose» nei cristiani di Roma (v. 14). Ma è così che si manifesterà la vita di Cristo in noi come si è manifestata in Lui (1 Pietro 2:22,23). 3 v. 13 a 18 constatava che tutte le membra dell’uomo, la lingua, i piedi, gli occhi..., erano degli «strumenti d’iniquità» al servizio del peccato (v. 13). Sono esortato ad astenermi da ciò che potrebbe distruggere (il contrario di edificare) un altro credente. È per i miei peccati che Gesù è stato dato; è per la mia giustificazione che Dio l’ha risuscitato»? E Dio ha pronunciato a suo riguardo questa terribile frase: «Ho odiato Esaù». Ma, dopo che abbiamo creduto, lo Spirito di Dio stesso è venuto ad abitare in noi come vero padrone della casa. Dopo la condanna del barbaro (cap. Il peccato dei Giudei è chiamato trasgressione (v. 23), ossia disubbidienza ai comandamenti divini conosciuti. Paolo non aveva ancora visto credenti di Roma. Il Signore si è acquistato tutti i diritti sulla nostra vita. consideriamo i v. 30 e 31 ed esaminiamoci. — dicono alcuni. 2), è il Giudeo ad essere chiamato alla sbarra. Rivestito della veste di giustizia, non è divenuto un mercenario nella casa di suo padre, ma gode d’ora in poi con lui d’una piena e libera relazione (Luca 15:11-32). Non è certo bello il ritratto che Dio fa qui dell’uomo naturale; ma questo ritratto è il mio ed il vostro! Per illustrare la posizione d’Israele e quella delle altre nazioni, l’apostolo si serve dell’immagine d’un ulivo domestico che rappresenta il popolo giudaico. Ma sono i peccatori che si preparano da soli alla perdizione eterna. Non dovremmo mai trascurare di trasmettere i saluti che siamo stati incaricati di porgere. È davvero «il suo proprio amore», i cui motivi sono tutti in Lui stesso. Ebbene! Ma essa condanna anche noi quando, a nostra volta, pratichiamo cose simili. Questo capitolo ci informa che Dio non ha destinato nessun vaso a ira (v. 21). Questi errori si riprodurranno, al momento della tiratura, in ogni esemplare. Se in un museo prendo in mano un oggetto esposto, forse non sono cosciente di commettere un’infrazione. L’apostolo stesso era un testimone di ciò che la grazia poteva ancora compiere in favore del Giudeo ribelle (v. 1). Con la massima incongruenza, essi si gloriavano d’avere la legge (cap. Assolto, giustificato, il credente lascia esplodere la sua gioia (v. 1). E nemmeno come se loro dovessero avere l’onore della sua presenza, bensì mettendo in rilievo il suo personale desiderio di gioire della loro presenza (v. 24 alla fine). Inoltre, fu solo con Agostino che il «Papà» (Abba in ebraico) è spesso la prima parola indistinta che pronuncia un bambino (v. 15,16; 1 Giovanni 2:13 alla fine). Quella ai Romani, benché scritta dopo altre, è stata giustamente collocata per prima. Questo è il potere della sola Parola di Dio e l’autorità dell’evangelo, «potenza di Dio per la salvezza d’ogni credente» (v. 16). I motivi di gioia che Paolo trovava nei credenti di Roma (v. 19) non gli facevano perdere di vista i pericoli ai quali erano esposti. Ahimè! Diventano degli «strumenti di giustizia» a disposizione di Colui che ha tutti i diritti su di me. Dinanzi al tribunale di Dio ogni bocca è ora chiusa. LA LETTERA DI PAOLO AI ROMANI a cura di Salvatore Ricciardi A. Chi ha ragione? «Quanto sono belli... i piedi del messaggero di buone novelle», scriveva già il profeta (Isaia 52:7). È come se un uomo caduto in un precipizio persistesse nel voler risalire coi propri mezzi, invece di fidarsi della corda che i soccorritori gli hanno gettato a portata di mano. Chi ha la passione del gioco, disprezzerà il bevitore e questi guarderà un bandito con senso di superiorità. Ora siamo in Cristo Gesù, e camminiamo «secondo lo Spirito» (v. 4). Solo il vostro rifiuto può impedire al suo disegno d’amore di realizzarsi (leggere 1 Timoteo 2:4). La vera Chiesa è la capitale celeste ed eterna della gloria e delle vie di Dio. Il suo soggetto è infatti l’evangelo perché, prima di ricevere un insegnamento cristiano, è necessario innanzi tutto diventare cristiani. I saluti in Cristo contribuiscono a rafforzare i legami della comunione fraterna. 10:19). Spinto dallo zelo per l’evangelo, Paolo aveva spesso cercato di recarsi a Roma (v. 22). Così lo Spirito di Dio, simile al procuratore in un tribunale, fa leggere davanti a questo accusato giudeo tutta una serie di versetti irrefutabili tratti dalle Sue Scritture (v. 10-18). Una parte dei suoi rami è stata troncata «per la loro incredulità» (v. 20) e al loro posto sono stati innestati dei rami provenienti dall’ulivo selvatico che raffigura le altre nazioni. Non vi è un solo atto del servizio che rendiamo al nostro Signore, che non sia messo per iscritto nel suo libro; e non solo la sostanza dell’atto, ma anche il modo in cui è fatto» (C.H.M.). «Misero uomo», senza forza per compiere il bene, ho scoperto una potenza chiamata «la legge dello Spirito di vita» che mi affranca, mi libera, dalla «legge del peccato», cioè dal suo dominio. E, ogni sera, si ebbero molte conversioni. v. 21; 1 Pietro 4:3), aver lavorato per Satana, l’impostore pronto a negoziare un tragico salario: la morte, che Cristo ha subito al nostro posto (v. 23). 5:21), mi signoreggiava (cap. Leggere un romanzo che racconta cose immorali, compiacersi in descrizioni torbide e corrotte, significa porsi sotto lo stesso «giudizio» (v. 32; Salmo 50:18). Per un credente convertito sul letto di morte, l’epistola avrebbe potuto terminare col v. 11. Biblica mediteremo i primi otto capitoli della Lettera ai Romani che ci aiuteranno a farci gustare la bellezza della fede, il dono formidabile che con essa ci è fatto, la forza che è stata immessa dentro di noi. Il libro degli Atti ci ha mostrato come i cristiani usciti dal giudaesimo stentassero a liberarsi dalle forme della loro religione. Contiene tutta la verità in Cristo. Così lo Spirito ha anche la funzione d’intercedere in nostro favore in un linguaggio che Dio comprende (v. 27). 8, ci dice come vi ha provveduto Dio: Egli ha condannato non solo le mie azioni, ma anche la cattiva volontà che le ha fatte nascere, il «vecchio uomo», (cap. «Non v’è distinzione» abbiamo letto (cap. 6:6), simile al peccatore Adamo, suo antenato. Uno solo ha il diritto di giudicare: Gesù Cristo (v. 16; Giovanni 5:22; Atti 10:42). Sublime catena dei consigli divini che unisce l’eternità passata all’eternità futura e che dà un senso al momento presente. E, ogni sera, si ebbero molte conversioni. La legge è dunque una cosa cattiva, dal momento che Dio ha dovuto proteggermi contro il suo rigore? Questa lettera è stata scritta molto tempo prima del drammatico viaggio raccontato alla fine degli Atti. D’altra parte, il fatto che Paolo voleva annunciare l’Evangelo a quelli che tuttavia avevano già la fede (v. 15, 8) ci conferma che questa buona notizia dell’Evangelo non si limita al perdono dei peccati. La vostra coscienza non è una voce ostile ma un’amica che vi dice: parla di questo al Signore; ci penserà Lui. E sono suggellati dallo Spirito, per mezzo del quale anche i figli conoscono la loro relazione col Padre. Basti pensare alle lacrime del Signore Gesù su Gerusalemme colpevole (Luca 19:41), dolore al quale l’apostolo fa un’eco straziante nei v. 2 e 3. Per l’incredulo, Gentile o Giudeo, questo giudizio è definitivo e il tribunale davanti al quale tutti compariranno un giorno rappresenta una spaventosa realtà (Apocalisse 20:11). Introduzione Nel 1515-1516, Lutero ha svolto a Wittenberg un commento sistematico alla Lettera ai Romani. 1:18): un cammino senza legge e senza freni secondo i capricci della propria volontà (1 Giovanni 3:4). Ci basti aver compiuto, nel tempo già trascorso, la volontà dell’uomo peccatore (e per quale frutto? Se siamo liberi, è per servire Dio ed ubbidirgli di cuore (v. 17; 2 Corinzi 10:5), come quel giovane schiavo, riscattato un giorno a un padrone crudele da un viaggiatore compassionevole, che invece d’andare a vivere la sua vita, chiese di non lasciare il suo benefattore; tutto il suo desiderio era di servirlo da quel momento in poi! Il peccato dei pagani è chiamato ingiustizia (cap. Del resto, il termine amore riassume tutte le istruzioni di questo capitolo: amore per il Signore (1 Pietro 2:13), per i nostri fratelli, per tutti gli uomini. Per dimostrare meglio che la salvezza per grazia non ha alcun rapporto con le pretese carnali e «il vanto» del popolo giudeo (cap. Quando giudichiamo gli altri (v. 1), diamo prova di saper riconoscere molto bene il male; mostriamo dunque di avere una coscienza. Non abbiamo veramente nessuna somiglianza con questo membro della famiglia umana? Prima di chiudere la sua epistola, li mette in guardia contro i falsi dottori, riconoscibili per il fatto che cercano di piacere a se stessi, servendo le loro ambizioni e la loro cupidigia (il loro proprio ventre: v. 18; Filippesi 3:19). Dio lo giustifica: chi oserebbe ormai accusarlo? Prima del verdetto finale, Dio respinge gli ultimi ragionamenti dietro ai quali la sua creatura cerca sempre di trincerarsi. 2:17), mentre questa rendeva testimonianza contro di loro.
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