Questa appartenenza sinedrita farebbe di Paolo uno degli Ebrei più noti e rilevanti dell'ebraismo dell'epoca, ma viene solitamente esclusa dagli studiosi anche perché non direttamente affermata dai testi biblici e non usata nelle sue lettere quando in vari loci presenta le sue credenziali. In più occasioni Paolo ricorda di avere lavorato con le proprie mani per mantenersi e non pesare economicamente sulla comunità. 2017: “Omnia Munda Mundis” spettacolo ispirato al pensiero di San Paolo,Con testi e regia di <
> e musiche originali di <>. Paolo era detto l'Apostolo delle Genti[59], mentre Pietro era detto il principe degli Apostoli[Nota 6][60][61], perché Gesù lo nominò primo papa (inteso come principe e vicario, essendo Cristo Re e Pantocratore)[senza fonte]. Quindi la visione di sé di Paolo rimane sempre ebraica, anche quando discute con Pietro, Giacomo (il fratello di Gesù), o altri più fedeli giudei tra i seguaci di Gesù. Sostenete Aleteia anche solo con un dollaro – ci vuole un minuto. [3] Reso cieco da quella luce divina, vagò per tre giorni a Damasco, dove fu poi guarito dal capo della piccola comunità cristiana di quella città, Anania. Nel suo epistolario, però, Paolo non si identifica mai con questo nome, anche se si dichiara appartenente alla tribù di Beniamino: il nome più ricorrente negli Atti, e l'unico usato nelle lettere, è Paolo (nell'originale greco, Παῦλος, Pàulos). Dopo "un anno intero" di permanenza, Paolo e Barnaba si recarono a Gerusalemme (seconda visita, vedi At11,27-30; 12,21-25). per le due distinte comunità. Nelle fonti storiche extra-bibliche si trovano accenni a questa carestia generalizzata in, Vedi p.es. L'apocrifo Atti di Pietro e Paolo (dopo il IV secolo, en) riferisce che la decapitazione di Paolo avvenne presso la via Ostiense lo stesso giorno della morte di Pietro, precisando la data del martirio al 29 giugno. usata come s. f. – In anatomia comparata, osso del piede degli uccelli risultante dalla saldatura della tibia (zeugopodio), notevolmente ingrossata, con le ossa della serie prossimale del tarso (basipodio). Un nome che a molti potrà sembrare sconosciuto o quasi. [senza fonte], Nessun dato delle fonti storiche accenna direttamente alla data di nascita, sebbene alcuni sporadici e generici accenni siano presenti nel Nuovo Testamento. Il fascino della libertà, Bimillenario della nascita di San Paolo Apostolo, At 7,58; 8,1.3; 9,1.8.11.22.24; 11,25.30; 12,25; 13,1.2.7.9, Decreto con il quale si concede una speciale facoltà per la celebrazione della Conversione di San Paolo Apostolo nell'anno giubilare, bimillenario della sua nascita, Cronologia del cristianesimo del I secolo, Persecuzione dei Cristiani nell'Impero romano, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Paolo_di_Tarso&oldid=116053971, Personaggi citati nella Divina Commedia (Inferno), Template Webarchive - collegamenti all'Internet Archive, Voci con template Collegamenti esterni e qualificatori sconosciuti, Voci biografiche con codici di controllo di autorità, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi, Visita (coincidente con la successiva visita del, Soggiorno a Corinto (almeno) "un anno e mezzo", incontro con. Tutto è illazione. Anzi, si dichiara chiaramente come un pio giudeo chiamato da Dio, attraverso Gesù, alla missione di portare il suo messaggio ai non ebrei. Le principali notizie sulla sua vita e sulle sue opere si ricavano dagli Atti degli Apostoli. [62], Tertulliano (fine II secolo) riporta che a Roma "vinse la sua corona morendo come Giovanni" (Battista, cioè decapitato).[63]. Per Paolo il Vangelo non è uno scritto, ma una persona viva dentro di sé: Gesù di Nazareth. Qui ebbe luogo la discussione, che la tradizione cristiana indica come il primo concilio, che vide in definitiva la vittoria della posizione paolina ("non cedemmo neppure un istante", Gal2,5): ai nuovi convertiti non occorreva imporre l'osservanza della legge ebraica ("non fu imposto nulla di più", Gal2,6), ma solo di alcune norme fondamentali, cioè l'astensione "dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalla impudicizia" (At15,28-29, particolare omesso da Gal). Le tappe del viaggio furono Sidone, la costa nord di Cipro, Myra di Licia, Buoni Porti e Lasea a Creta. Quello che successe dalla fine di questi due anni (circa 62/63) alla morte di Paolo (tra il 64-67, vedi dopo) non è noto con certezza e dipende in particolare dal riconoscimento o meno dell'autenticità delle lettere pastorali, Prima e Seconda lettera a Timoteo e Lettera a Tito. Dopo tre mesi, finita la brutta stagione, il viaggio per mare verso Roma riprese passando per Siracusa,[54] Reggio,[55][56] Pozzuoli, Terracina (in questa città Paolo avrebbe soggiornato nella casa del diacono Cesario per sette giorni[57]) e quindi a piedi per il Foro di Appio e le Tre Taverne. Sono stirpe di Abramo? di Raffaele Savigni - Nella storia della chiesa agli apostoli sono succeduti i vescovi che, mediante lo Spirito Santo che è stato loro donato, sono costituiti pastori, maestri di dottrina, sacerdoti, ministri del governo. In un suo scritto contro Proclo, capo della setta dei Montanisti (Catafrigi), parla dei luoghi ove furono deposte le sacre spoglie dei detti Apostoli (Pietro e Paolo) dicendo: «Io posso mostrarti i trofei degli Apostoli. L. Michael White, direttore del programma di studi religiosi presso l'Università del Texas a Austin[75] sottolinea degli scritti paolini la componente escatologica (discorso sulle "cose ultime" della storia terrena, 1Ts1,10;4,13;5,1-11;5,23) e apocalittica (la rivelazione di persone, situazioni o eventi ultraterreni, Gal1,15-16;2,1-2; 2Cor12,1-5). [64], Girolamo verso fine IV secolo precisa che fu decapitato a Roma e fu sepolto lungo la via Ostiense nel 14º anno di Nerone (67),[65] due anni dopo la morte di Seneca. Anch’io» (2Corinzi 11,22). I particolari esteticamente non positivi (gambe arcuate e sopracciglia congiunte) erano attribuiti al filosofo Socrate. La più antica descrizione fisica a lui riferita (influenzata, forse, dalla tradizionale bruttezza attribuita a Socrate) è contenuta nell'apocrifo Atti di Paolo e Tecla, della seconda metà del II secolo, nel quale si legge che "era un uomo di bassa statura, la testa calva, le gambe arcuate, il corpo vigoroso, le sopracciglia congiunte, il naso alquanto sporgente". La ricostruzione cronologica della vita e del ministero di Paolo, come per tutti i personaggi del Nuovo Testamento (incluso Gesù), è in gran parte ipotetica. In passato alcuni biblisti hanno ipotizzato che il racconto di Galati non corrispondesse a questa terza visita ma fosse da collocare nella seconda visita, durante la quale Paolo portò le offerte per la carestia. Gli eventi successivi all'arrivo sono ampiamente descritti a partire da At21,15. I biblisti collocano la fuga nella cesta, al termine del secondo soggiorno. Tre giorni nel calendario dei santi sono dedicati a san Paolo: Per ricordare la figura di Paolo di Tarso, papa Benedetto XVI ha indetto l'Anno Paolino nel bimillenario di quello che è considerato, simbolicamente e con una certa arbitrarietà, l'anno di nascita del santo. Fu proprio mentre inseguiva un gruppo di cristiani in fuga verso Damasco che fu colto da un’improvvisa visione. Le ipotetiche ricostruzioni cronologiche circa la vita di Paolo e la storia della Chiesa dei primi decenni variano, seppure per pochi anni, a seconda degli studiosi. Tutto questo riempie il nostro animo di profonda emozione». .css-tadcwa:hover{-webkit-text-decoration:underline;text-decoration:underline;}Gelsomino Del Guercio - @media screen and (max-width:767px){.css-ij9gf6 .date-separator{display:none;}.css-ij9gf6 .date-updated{display:block;width:100%;}}pubblicato il 13/11/18. Si, proprio lui, Saulo-Paolo di Tarso non è solo un ebreo e un romano ma è anche una persona partecipe della cultura ellenistica. San Paolo di Tarso può essere considerato il primo, grande missionario della Chiesa cristiana. Protagonisti furono (almeno) Paolo e Sila-Silvano, ai quali si aggiunse poco dopo Timoteo. La tribù del re era quella di Beniamino – la stessa di Saulo-Paolo (Rm 11,1; Fl 3,5) –, e il re Saul probabilmente poteva rappresentare per questa tribù minore una sorta di "eroe nazionale". Nell’iconografia s. Paolo è spesso raffigurato con la spada in mano, che rappresenta la parola di Dio, la «spada a due tagli» che consente all’uomo di distinguere il bene e il male. Come molti giudei di formazione ellenistica aveva due nomi: Saul, il nome ebraico, e Paolo, il nome occidentale, in questo caso romano. Non è esplicitato il motivo di questi viaggi ma è presumibile che si riferissero a una predicazione itinerante, e come per il caso della predicazione precedente in Arabia non sono noti luoghi visitati, durata e risultati conseguiti. Nel testo la morte di Erode è descritta dopo la partenza per Gerusalemme di Paolo e prima del ritorno, ma questa sistemazione può essere più narrativa che cronologica. Gal1,18-19 aggiunge alcune precisazioni: questa prima visita a Gerusalemme avvenne "3 anni dopo"[34] la sua conversione, fu breve ("15 giorni"), vide l'incontro di Paolo con Pietro e Giacomo. Gli apostoli (e i giudeo-cristiani) invece sembrano rimanere indisturbati (At8,1; 8,14), salvati dalla loro appartenenza alla comunità giudaica e dalla adesione ai precetti religiosi della fede ebraica. Gli Ebioniti non ricevevano Paolo come apostolo, e dicevano che egli era un apostata della Legge.[73]. Sempre secondo la narrazione biblica, Paolo si convertì al cristianesimo mentre, recandosi da Gerusalemme a Damasco per organizzare la repressione dei cristiani della città, fu improvvisamente avvolto da una luce fortissima e udì la voce di Dio che gli diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?". Secondo quanto raccontato da Epifanio di Salamina, eresiologo del IV secolo, gli Ebioniti ritenevano che Paolo, giunto a Gerusalemme, si fosse innamorato della figlia del Sommo Sacerdote e si fosse convertito all'Ebraismo per poterla sposare. È verosimile che sia stato caratterizzato, come gli anni successivi, dalla predicazione del cristianesimo nelle sinagoghe. Dopo questa folgorazione-rivelazione-chiamata (il testo non usa mai metànoia, "conversione") Paolo si recò a Damasco e ricevette il battesimo da un giudeo-cristiano di nome Anania, riacquistando la vista (At9,10-19; 22,12-16). Fonti attendibili per una ricostruzione della biografia e teologia di Paolo (secondo nome di Saulo) – da considerare nella loro stretta unità, ... tarso-tìbia locuz. Sono israeliti? – Si reca in importanti capoluoghi di provincia situati su rotte commerciali, in grado quindi di influenzare un’intera regione. Il nome Paolo ("piccolo") non deriva dalla statura, come inteso dall'iconografia successiva, ma verosimilmente dall'assonanza con "Saulo" (vedi sopra). [46] Nella città santa continuò a predicare nelle sinagoghe ma anche qui, come a Damasco, fu costretto a fuggire nella sua città natale Tarso. Fino a quel momento le comunità cristiane erano composte prevalentemente da Ebrei che avevano accettato la messianicità di Gesù e la sua risurrezione (detti giudeo-cristiani), i quali accettavano le prescrizioni della Legge ebraica nella quale erano cresciuti, in primis la circoncisione. Il suo zelante operato è accennato direttamente in diversi passi di Atti e delle lettere (At8,3; 9,1-2; 26,9-11; Gal1,13-14; 1Cor15,9; Fl3,6; 1Tm1,13), mentre in altri passi sono riportati gli echi indiretti della sua persecuzione (At9,13; 9,21; 9,26; Gal1,23). Dopo aver portato le offerte della colletta ritornarono ad Antiochia. Nacque a Tarso ed in giovinezza fu mandato a Gerusalemme, dove ricevette un insegnamento rigoroso della Legge presso il rabbino Gamaliele il Vecchio. Grazie! it. Dopo la dedica a Teofilo e il racconto dell’ascensione di Cristo, narra la vita della Chiesa di Gerusalemme (capitoli 1-5), le prime missioni (6-12), la vita della Chiesa di Antiochia e la missione di Barnaba e Paolo (13-14), il Concilio di Gerusalemme ... Termine, che nel greco classico significa «inviato, rappresentante» e quindi anche «capo» di una spedizione marittima, usato per designare i messi inviati da Gerusalemme per mantenere i rapporti con le comunità ebraiche della Diaspora. In At 9,11; 21,39; 22,3, Paolo è detto «di Tarso», essendo originario di quella città della Cilicia, nell'attuale Turchia del Sud. A Cesarea lo raggiunsero il sommo sacerdote Anania e alcuni Giudei, che lo accusarono formalmente di fronte al governatore, ma Felice non si pronunciò né per la condanna né per la scarcerazione, permettendogli di godere durante la sua detenzione di una certa libertà (At24,23) fino allo scadere del suo mandato, due anni dopo (At24,27). Questa colletta non va confusa con la cosiddetta "colletta dei santi" organizzata da Paolo negli anni successivi tra le sue comunità, sempre a favore della chiesa di Gerusalemme. 5 | Roma, AD. Tra i suoi collaboratori sceglierà spesso dei giovani, com’è il caso dell’amato Timoteo a cui scriverà nella prima lettera a lui indirizzata: «Nessuno disprezzi la tua giovane età» (4,12). Protagonisti furono (almeno) Paolo, Barnaba e per il tratto iniziale Giovanni-Marco, cugino di Barnaba (Col4,10), che in seguito comporrà a Roma il secondo vangelo. Paolo di Tarso, san. Le regioni toccate sono la Galazia del sud, evangelizzata nel primo viaggio, e quindi la Macedonia e la Grecia. Il successo della sua predicazione con la fondazione di nuove chiese in Grecia e Asia e la forte influenza che mostrava di avere sulla stessa Chiesa di Gerusalemme mostrano che doveva essere caratterizzato da un certo carisma e magnetismo, al punto da essere identificato dagli avversari Ebrei come capo del cristianesimo (At24,5). Alcuni studiosi (vedi p.es. Non ci è noto quale aspetto avesse. d.C. Tuttavia questa descrizione viene attualmente considerata come non storica ma influenzata da diversi stereotipi culturali dell'epoca. Pietro si lasciò coinvolgere in questa separazione, contraria allo spirito paritario emerso al Concilio, coinvolgendo anche Barnaba e venendo per questo apertamente ripreso da Paolo. il ritornello "è stato detto... ma io vi dico" del discorso della montagna) e con la modalità esteriore e formale con la quale le autorità farisaiche li applicavano e insegnavano ad applicarli. Paolo ha conosciuto Gesù, come gli altri apostoli? E lui: “Chi sei o Signore?”; e la voce: “Io sono Gesù che tu perseguiti. L'appartenenza di Paolo al Sinedrio, che sembra essere suggerita da At26,10 è solitamente esclusa dai biblisti (vedi infra). Nella sua personale elaborazione Paolo avrebbe ideato molti dei concetti chiave del Cristianesimo ripresi poi sia dai vangeli che dai successivi testi cristiani neotestamentari. La tradizione cristiana ha conservato memoria di una grotta, detta di San Pietro, nella quale si sarebbe riunita la chiesa di Antiochia.[47][48]. È stata anche rilevata la presenza di grani di incenso rosso e di sostanze proteiche e calcaree». Il soldato e tutti i presenti, a questa vista, rimasero stupiti e glorificarono Dio che aveva concesso a Paolo tanta gloria; e al ritorno annunziarono a Cesare [i.e. (mp3-1,46Mb). Nonostante l'atmosfera irenica che traspare dal resoconto di Atti, lo scontro tra le due fazioni dovette essere abbastanza aspro, come testimoniato dalla lettera ai Galati. Secondo la sua ricostruzione, Paolo non era ebreo ma un gentile, cresciuto in un ambiente influenzato dalle religioni popolari misteriche ellenistiche centrate nella morte e nella resurrezione di divinità salvatrici. Egli usa il greco, che era un po’ come l’inglese di allora, per le sue lettere e lo fa in modo creativo, forgiandolo con grande libertà, assegnando significati nuovi a molti vocaboli greci. Paolo trovò poi lavoro a Gerusalemme come un ufficiale di polizia del sommo sacerdote. Nel giugno 2009, Papa Benedetto XVI annunciò il risultato degli scavi sulla tomba di Paolo nella Basilica di San Paolo fuori le mura: l’analisi del sarcofago, che non è stato aperto, ha rilevato dei risultati consistenti, datati nel 1° o 2° secolo, e con la scritta in latino “Paolo apostolo martire”. I pagani convertiti erano però estranei dalla tradizione ebraica e, soprattutto, non erano circoncisi. 'Ιησοῦς Χριστός, 'Ιησοῦς ὁ Χριστός, anche Χριστὸς 'Ιησοῦς; lat. Dopo la visione, Paolo rimase cieco per 3 giorni e fu curato da Anania di Damasco, un discepolo di Gesù. Paolo, o Saul, come si chiamava allora, crebbe nell’ambito della cultura ebraica, e anche i suoi studi seguirono i dettami della scuola rabbinica. Dopo una settimana, mentre si trovava nella spianata del tempio Paolo fu riconosciuto da alcuni Ebrei dell'Asia (probabilmente Efeso) e fu accusato, oltre che di aver predicato "contro la legge e contro questo luogo", anche di aver introdotto un pagano (l'ellenista Trofimo di Efeso) nel recinto del tempio riservato agli Ebrei. Egli stesso non esiterà a confessare il suo fanatismo anticristiano ai Galati: «Oltre ogni misura perseguitavo la Chiesa di Dio cercando di distruggerla» (1,13). Dopo un periodo imprecisato ("non poco tempo") dal ritorno ad Antiochia scoppiò un dissidio nella comunità che porterà al cosiddetto "concilio di Gerusalemme" con la terza visita di Paolo nella città santa. Paolo si oppose fortemente a questa richiesta e, con il suo carattere energico e appassionato, ne uscì vittorioso. Per questo "alcuni" (probabilmente giudeo-cristiani di origine farisaica) venuti dalla Giudea ad Antiochia insegnavano la necessità della circoncisione che doveva essere imposta loro. Come Paolo, del resto, anche altri personaggi del Nuovo Testamento sono detti «apostoli», sebbene non lo siano stati in senso proprio (Barnaba in At 14,14; Andronico e Giunia in Rm 16,7; Sila e Timoteo vescovo in 1Ts 1,1; 2,6; Apollo in 1Cor 4,9). Il mondo ortodosso ha riservato a Paolo attenzione non minore di quello cattolico, anche perché esiste una ricca letteratura dei padri greci su di lui. Gli Atti degli apostoli descrivono i viaggi missionari di Paolo, e anche l’ultimo viaggio verso Roma, ove giunse, scortato da soldati, per difendersi dalle accuse degli Ebrei davanti al tribunale dell’imperatore. Questo resoconto è integrabile con alcune sporadiche informazioni presenti nelle lettere paoline. Numerosi sono i luoghi di culto dedicati a San Paolo (vedi parziale elenco). In At14,11 mostra di non comprendere il dialetto della Licaonia, regione confinante a nord con la sua Cilicia natale. Un esempio lo abbiamo in San Basilio (330 circa - 379), che in una lettera dice: «Io suppongo pertanto che Paolo, il vaso di elezione, abbia pensato che non fosse sufficiente soltanto proclamare Dio il Padre, Dio il Figlio e Dio lo Spirito Santo, cosa che ha mostrato per mezzo dell'espressione «un solo Dio», se non mostrava anche, con l'aggiunta della parola «Padre», colui dal quale vengono tutte le cose, e se non indicava, con la menzione del Cristo, il Verbo per mezzo del quale tutte le cose esistono; e ancora, se non faceva conoscere l'incarnazione facendo appello a Gesù Cristo e se non metteva sotto gli occhi la passione e non rivelava la resurrezione.». In tal senso, il suo "voto" per la condanna a morte dei cristiani deve essere inteso come un semplice consenso. Figlio di farisei, aveva da giovane studiato a Gerusalemme divenendo – alla scuola di Gamaliele – fariseo osservante, fino a perseguitare la Chiesa nascente, ritenuta una setta da devastare. È possibile che la sua azione si fosse limitata alla sola comunità di Gerusalemme e in seguito, quando la persecuzione portò alla dispersione dei credenti, cercò di rivolgersi anche ai profughi cristiani fuori dalla città, nella fattispecie quelli residenti a Damasco (At9,2). Questa attività artigianale, unita alla notizia dell'invio a Gerusalemme per gli studi religiosi (una sorta di studi universitari all'estero) e soprattutto al possesso della cittadinanza romana, con i notevoli sgravi fiscali che essa comportava, devono avere fatto appartenere lui e la sua famiglia a un ceto agiato medio-alto. Giovanni Malala (VI secolo) riporta questa descrizione: "Paolo mentre visse fu di statura bassa, calvo con testa e barba brizzolate, con bel naso, occhi azzurrognoli, sopracciglia congiunte, carnagione bianca, d'aspetto florido, con barba folta, sorridente per carattere, sapiente, mite, affabile, dolce, animato dallo Spirito Santo, taumaturgo". La tesi di R. H. Eisenman secondo cui Paolo di Tarso altro non sarebbe che l'Uomo di Menzogna di cui parlano i rotoli di Qumran, che si contrapponeva a Giacomo, Maestro di Giustizia della comunità essena del tempo di Gesù - notizia che ha un riscontro preciso nel loghion n.12 del Vangelo di Tomaso -, trova conferma in uno dei più antichi testi sacri gnostici: "L'Apocalisse di Pietro". [10] Per grazia di Dio però sono quello che sono"[13]. Come per gli altri apocrifi il testo viene giudicato leggendario dagli storici contemporanei. È verosimile che Paolo abbia iniziato la sua formazione farisaica in una di queste scuole a Tarso e secondo At22,3 continuò e perfezionò gli studi a Gerusalemme presso l'autorevole maestro Gamaliele. Quest'attesa può essere dovuta all'incertezza e alla prudenza con la quale i governatori romani esitavano a pronunciarsi sulle questioni religiose ebraiche, a loro indifferenti (vedi anche il caso di Gesù e Pilato, Gv18,31, e Paolo con Gallione, At18,15). La questione riguardava le recenti conversioni al cristianesimo di alcuni pagani (detti ellenisti) che erano avvenute nella città. Vi raccontiamo la sua vita e i suoi viaggi. La già citata Lettera ai Corinzi di Clemente romano (fine I secolo) accenna a un martirio di Paolo "sotto i prefetti", ma non esplicita il nome dei prefetti né luogo, data, motivo e modalità del martirio. Inoltre il comune accordo raggiunto a Gerusalemme non impedì che la questione avesse uno strascico successivo, il cosiddetto "incidente di Antiochia" (riferito dal solo Paolo in Gal2,11-14). .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}Questa risiedeva verosimilmente a Tarso, dove egli nacque, e, come accennato sopra, è possibile che fosse originaria di Giscala, in Giudea. Lo studioso ebreo britannico Hyam Maccoby (1924-2004) in alcune sue opere[74] ha in parte ripreso la concezione di Paolo che era propria degli Ebioniti. tarso-metatarso locuz. Σίμων), figlio di Giona, fu mutato in Pietro da Gesù stesso (Πέτρος, calco dell'aramaico Kēfā, Cefa nel ... Il quinto libro del Nuovo Testamento, dopo i Vangeli. Paolo, detto l’Apostolo delle Genti, nacque a Tarso, città greca della Cilicia, nel 1° sec. Gli accenni generici alla conversione contenuti in alcune lettere paoline non descrivono esplicitamente l'evento come in Atti[44] ma si riferiscono genericamente a una maturazione ed evoluzione interiore di Paolo: Gal1,11-17; Fl3,3-17; 1Tm1,12-17; Rm7,7-25 (Rm è così generico che non è chiaro se si riferisca o meno alla propria vicenda personale). La Mishnah (fine II secolo) stabilisce a 15 anni l'inizio dello studio del Talmud,[41] ed è pertanto possibile che si sia trasferito all'inizio della giovinezza. In eredità ha infatti ricevuto un diritto che molti gli invidiano: la cittadinanza romana. In quanto cittadino romano doveva conoscere il latino, ma non ve n'è traccia diretta nei passi neotestamentari (nel greco delle lettere pastorali che, se autentiche, furono scritte a Roma, sono presenti alcuni latinismi[19]). Ipotesi sugli ultimi anni: quarto viaggio? Davanti al tribunale romano che gli chiede le generalità al momento dell’arresto a Gerusalemme egli dichiara: «Sono un ebreo di Tarso in Cilicia» (Atti 21,39). E' la domanda che gli studiosi si stanno facendo da un paio di migliaia di anni. Secondo l'autore quindi la predicazione di Paolo non fu particolarmente innovativa. [51]) per il terzo viaggio missionario, descritto in At 18,23-21,15. Il successo di questa predicazione lo spinse a scontrarsi con alcuni cristiani di origine ebraica, che volevano imporre ai pagani convertiti l'osservanza dell'intera legge religiosa ebraica, in primis la circoncisione. È stato l'«apostolo dei Gentili»,[1] ovvero il principale (secondo gli Atti degli Apostoli non il primo[2]) missionario del Vangelo di Gesù tra i pagani greci e romani. Riuscì a elaborare una religione completamente nuova centrata nella passione e morte di Gesù come un sacrificio mistico, nella quale confluirono elementi delle religioni misteriche elleniste e del Giudaismo. Occasione del viaggio fu una colletta[49] della chiesa di Antiochia per la chiesa di Gerusalemme in vista di una carestia che, stando al racconto di Atti, era stata predetta da un cristiano di nome Agabo. Paolo prese parte al martirio di Santo Stefano e alla persecuzione di cristiani, fino alla sua conversione (tra il 34 e 36): mentre era sulla via di Damasco, cadde per terra ed ebbe una visione di Gesù risorto che gli chiedeva perché lo stesse perseguitando. «Cumque primum ad praedicationem eius Sergius Paulus proconsul Cypri credidisset, ab eo quod eum Christi fidei subegerat, sortitus est nomen Paulus.», «Poiché Sergio Paolo, proconsole di Cipro, fu il primo a credere alla sua [di Paolo] predicazione, sottomettendosi alla fede in Cristo, ne derivò il nome Paolo [di Saulo].», «Paulus apostolus [...] de tribu Benjamin et oppido Judaeae Giscalis fuit, quo a Romanis capto, cum parentibus suis Tarsum Ciliciae commigravit.», «Paolo apostolo [...] fu della tribù di Beniamino e della città di Giscala di Giudea, la quale fu catturata dai Romani, e si trasferì con i suoi genitori (o nonni) a Tarso di Cilicia.», «Talem fabulas accipimus: Aiunt parentes apostoli Pauli de Gyscalis regione fuisse Judaeae; et eos, cum tota provincia, Romana vastaretur manu, et dispergentur in orbem Judei, in Tharsum urbem Ciliciae fuisse traslatos: parentum conditionem adolescentulum Paulum secutum.», «Questa diceria («favola») abbiamo sentito: riferiscono che i genitori (o nonni) dell'apostolo Paolo fossero della regione di Giscala di Giudea, e loro, quando tutta la provincia per mano dei Romani veniva devastata e i Giudei si disperdevano per il mondo, si fossero trasferiti nella città di Tarso di Cilicia: l'adolescente Paolo avrebbe seguito i suoi genitori.». Le regioni toccate sono le attuali Grecia e Turchia, già visitate nei viaggi precedenti. L'infimo degli apostoli potrebbe aver scelto questo nuovo nome proprio, dopo esser rinato nel battesimo, ed esser stato "chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio"[14], che è l'unico nome proprio utilizzato nella lettera per riferirsi a lui. Figlio di farisei, aveva da giovane studiato a Gerusalemme divenendo – alla scuola di Gamaliele - fariseo osservante, fino a perseguitare la Chiesa nascente, ritenuta una setta da devastare. Cittadino romano di nome Saulo, di famiglia ebraica, perseguitò duramente i cristiani fino a quando, dopo aver avuto una visione, si convertì alla nuova fede.Assunto il nome di Paolo, si dedicò alla diffusione del messaggio cristiano.Ottenne maggiore successo con i cosiddetti gentili, ossia con i pagani, e diventò l’‘apostolo delle genti’. Paolo di Tarso (il nome ebreo era Saul), nacque intorno al 5 a.C. a Tarso, in Cilicia (centro-sud della Turchia). La sua missione lo portò al martirio, a Roma. Secondo il Vangelo di Matteo (16, 17-19; cfr. Secondo la tradizione cristiana, sembra che Paolo venne martirizzato e decapitato intorno al 60, a Roma, durante il regno di Nerone, lo stesso giorno di Piero, che non era un cittadino romano e perciò venne crocifisso a testa in giù. La sua appartenenza all’ebraismo rivelava persino un aspetto integralistico, al punto tale che la sua entrata in scena negli Atti degli apostoli avviene durante il linciaggio del primo martire cristiano Stefano: i lapidatori e i testimoni «deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane chiamato Saulo… E Saulo approvava l’uccisione» (7,58; 8,1). Visto che l'autorità romana si arrogava il diritto di morte, si può ipotizzare che la lapidazione da parte degli Ebrei di Stefano sia avvenuta nel breve vuoto di potere tra la deposizione del governatore, Paolo dà di se stesso questa definizione in, "[...] e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?»", «Il nome romano di 'Paolo' [...] nasconde in realtà quello di 'Saulo', e può derivare [...] da un semplice scambio per assonanza con quello ebraico» (, La più antica ipotesi in tal senso si trova in, Così Robert Eisenman, "Paul as Herodian", in. Nella sua predicazione mise l’accento sull’importanza della fede, più che delle opere, per ottenere la salvezza. La Storia di Perpetua,[67] aggiunta contenuta in alcuni manoscritti greci, precisa che il luogo della decapitazione era chiamato Aquæ Salviæ ed era situato "vicino al pino". Secondo i testi biblici, Paolo era un ebreo ellenizzato, che godeva della cittadinanza romana.