Con l'arte del periodo augusteo si chiude l'ultima fase della secolare esperienza figurativa ellenistica, mentre, a partire dall'età flavio-traianea (69-117), la dialettica tra la corrente di gusto tradizionale e gli influssi della cultura figurativa greca si risolve nella creazione di un linguaggio artistico romano autonomo e originale. Nascono i tipi architettonici della basilica civile, dell'anfiteatro, dell'arco trionfale e della colonna commemorativa e contemporaneamente si sviluppano grandi costruzioni di carattere funzionale, come terme, mercati, ponti, acquedotti ecc. La togata venne anche chiamata tabernaria, quando metteva in scena il mondo delle osterie e delle botteghe. L’architettura greca è cosi’ rettilinea mentre quella romana è curvilinea , usando molto l’arco e la volta per costruire gli edifici in altezza scaricando cosi’ il peso equamente , su tutta la struttura.Ricordiamo che l’architettura romana mira ,più che all’eleganza, all’utilità di un’opera e infatti tra le tante opere architettoniche romane abbiamo molte opere di utilità pubblica quali acquedotti e fognature.L’ architettura greca invece si è sempre proposta di raggiungere nelle sue opere l’eleganza , la bellezza e le proporzioni , che furono i principali obiettivi degli architetti e , in generale , di tutti gli artisti di quel tempo. Lasciando per qualche momento da parte mitologia e leggende ,alla ricerca di qualcosa di piu concreto riguardo Partenope ,un’altra storia meno fantastica ed un tantino piu’ reale , racconta di un condottiero greco di nome Eumelo Favelo ( re di Fera in Tessaglia) che pare giunse sulle nostre coste perchè animata dalla ricerca di una famosa terra di cui aveva sentito parlare , di particolare bellezza e fertilita’. Alcune delle parti recitate (i “recitativi”) avevano un accompagnamento musicale. Nel sesto secolo poi quello che era l’antico porto fu coperto dal cemento della strada ; a quel punto il mare invece di essere pieno di pesci , era carico di tesori abbandonati. Fissata in forma letteraria da Rintone di Siracusa, tutto quello che ne è rimasto sono le raffigurazioni su vasi, ritrovate nei pressi di Taranto, il cui studio ha permesso solo una parziale ricostruzione del genere. Le feste durante le quali avvenivano ad Atene le rappresentazioni teatrali erano: Le Lenee, feste popolari che si tenevano in inverno, caratterizzate dalla rappresentazione di commedie e a volte di tragedie. ( che hanno poi con il tempo scoraggiato e fatto desistere dall’attaccarle personaggi come Annibale e Pirro ), Conoscevano inoltre già la pasta e chiamavano laganon un impasto fatto di acqua e farina da stendere e tagliare a strisce. venivano a Neapolis a riposarsi dalle fatiche di Roma , mutando le vesti in quelle greche e interessandosi alle manifestazioni culturali e spettacolari ( Claudio e Nerone vennero per prodursi in esibizioni filodrammatiche e canore nel teatro situato lungo i decumani ). Grazie a Plinio il vecchio sappiamo che un alimento basilare era, almeno in un primo periodo il pane fatto con il farro ( da cui la parola antica farrina che oggi nell’italiano farina indica il ricavato della macinazione di qualunque cereale ) da cui si ricavavano dure focacce non lievitate . Non molto amato da Cicerone che lo definì uno degli uomini più iniqui mai visti e nemmeno dallo stesso Imperatore che non lo aveva in grande simpatia , costruì con i proventi derivati dalla sua attività in Asia , una villa tanto grande che Ovidio la paragono’ ad una citta’ mentre Plunio Seneca e Svetonio la descrissero particolarmente lussuosa , con piscine e vasche dove venivano allevate murene che si cibavano di schiavi infedeli e ribelli . Per le rappresentazioni di ambientazione greca gli histriones vestivano abiti ateniesi (il pallio, i cothurni o i socci, calzature più adatte alle commedie). Nel Forum o Agorà , si riuniva l’assemblea dei cittadini per discutere le sorti della città e decidere sulle questioni di maggiore importanza ; qui si eleggevano i magistrati , tra i quali alcuni formavano il collegio sacerdotale della Laucerlachia che si occupava di celebrare riti e misteri. Publio Terenzio Afro (185 a.C. - 159 a.C.). La festa terminava con libagioni e sacrifici di buoi. Il teatro era per i greci uno spettacolo di massa, molto sentito e vissuto da parte dei cittadini di ogni classe sociale e condizione economica: esso era infatti un rituale di grande rilevanza religiosa e sociale, considerato uno strumento di educazione nell'interesse della comunità, tant'è che da Pericle in poi è la tesoreria dello stato a rimborsare il prezzo del biglietto (circa due oboli al giorno). Ciò che è sconosciuta è la data della prima apparizione delle maschere nel teatro romano, si pensa però che prima di usare le maschere si usava un forte trucco che produceva più o meno lo stesso effetto. Per quelle di ambientazione romana, gli attori indossavano la toga classica romana, praetexta (orlata di porpora) per le tragedie. Durante l ‘impero romano si ebbe quindi una voluta esaltazione dei caratteri ellenici della città che mantenne l’uso della lingua greca come utilizzata da Nerone in visita a Neapolis raggiungendo il suo apice in epoca augustea per la presenza di poeti e scrittori come Virgilio , Lucrezio, Stazio, Papinio etc. ‘intera collina ,si chiamava Pausilypon e alludeva alla sua funzione di luogo di riposo ( “fine degli affanni “). Le rappresentazioni della palliata, impostata sui modelli greci, erano probabilmente in grado di riprodurre sulla scena gli aspetti tipici del teatro greco. Influssi dell’atellana sul teatro regolare sono molto verosimili. La commedia latina che noi conosciamo (anche quella di Terenzio che cerca di occuparsi dei problemi sentiti dalla società romana di quel tempo) non esercita vere e proprie forme di critica sociale o di costume; tanto meno sono consentiti attacchi personali ed espliciti (così presenti nella commedia greca di Aristofane) o prese di posizione politiche. Anteprima Untitled Il teatro greco e il teatro romano La nascita del teatro romano risale al 240 a.c. quando allo schiavo greco Livio Adronico fu ordinato di comporre opere teatrali basate sul modello greco, conosciuto dai romani dopo aver conquistato le colonie greche dell'Italia meridionale. La maestosità del monumento greco-romano, purtroppo, è parzialmente invisibile, dato che buona parte dei suoi materiali edilizi fu impiegata in altre costruzioni, specie per edificare l'adiacente Torre del Cavallaro. Un attore, cambiando maschera poteva recitare più di una parte. Dialoghi e “recitativi” L’autore di palliate che conosciamo meglio, Plauto, scrive commedie: a) non divise in atti b) composte di parti cantate e recitate. Generale e uomo politico romano partecipo’ con Scilla alla guerra sociale , divenne console e conquisto’ vasti territori in Asia. In pochi e semplici passaggi spiegheremo nella maniera più chiara e comprensibile in cosa consistono le differenze tra teatro greco e romano. Il coro tragico conservò la forma originaria del modello greco. Ad un flautista (tibicen) era affidato il compito di accompagnare i dialoghi (diverbia) e i canti veri e propri (cantic). Le commedie, di carattere più leggero e divertente, prendevano spesso di mira la politica, i personaggi pubblici e gli usi del tempo. Nel teatro greco le maschere si erano diffuse ben prima che nel teatro romano, e inoltre qui fungevano da altoparlante, e le parti femminili venivano svolte da uomini. L'unica fonte romana sicura è Seneca, che però non era uomo di teatro e scrisse tragedie con l'idea che dovessero essere lette più che recitate. Teatro romano e festività pubbliche i ludi. Tra le principali manifestazioni culturali e strumento indispensabile per l’educazione e formazione dell’individuo, il Teatro affonda le sue radici in tempi ormai remoti.. Nel mondo greco-italico si assiste alla fioritura di spettacoli teatrali fin dal VI secolo a.C. nei quali prevale l’aspetto buffonesco. Ennio la eleva in seguito a genere letterario; successivamente coltivò il genere anche Pacuvio. Sembra che i tragediografi latini non disponessero delle strutture sceniche, ma anche coreografiche e musicali, necessari per riprodurre nel teatro romano il coro greco.La scomparsa del coro, appariva nel teatro romano come un “vuoto” di stile e di immagini, in quanto era proprio nel coro che i tragici greci esponevano le più elaborate figure di stile. I tratti somatici dei personaggi erano caratterizzati fortemente, facilitando l'interpretazione di personaggi diversi da parte dello stesso attore. Iscriviti a Yahoo Answers e ricevi 100 punti oggi stesso. Eschilo fissò le regole fondamentali del dramma tragico: la tragedia inizia generalmente con un prologo (da prò e logos, discorso preliminare), che ha la funzione di introdurre il dramma; segue la parodo, che consiste nell'entrata in scena del coro attraverso dei corridoi laterali, le pàrodoi; l'azione scenica vera e propria si dispiega quindi attraverso tre o più episodi (epeisòdia), intervallati dagli stasimi, degli intermezzi in cui il coro commenta, illustra o analizza la situazione che si sta sviluppando sulla scena; la tragedia si conclude con l'esodo (èxodos). I periodi e le caratteristiche dell'arte romana: riassunto, Letteratura italiana — Il teatro dell’epoca ignorava il concetto di scenografia così come lo intendiamo oggi. migliaia di spettatori ( circa 6000) , essendo lungo oltre cento metri . Ed il nome della pizza, infine, deriva probabilmente da pinsa, participio passato del verbo latino pinsere che vuol dire schiacciare. Il centro dei tre Decumani era il luogo che costituiva il cuore della vita cittadina politica , religiosa e commerciale di quei tempi .Per lungo tempo il luogo ebbe il nome di Piazza Augustale o di Mercato vecchio , poiche’ sotto il porticato della piazza vi si trovavano botteghe di commercianti e cittadini provenienti da ogni parte in preda a frenetiche contrattazioni . L’incrocio tra questi assi dava come risultato le insulae, larghe trentacinque metri e lunghe centottantacinque metri ( antenate degli odierni isolati ). A differenza del teatro romano che era nato solo ed esclusivamente per divertimento, il teatro greco nasce sotto un profilo religioso,la partecipazione era obbligatoria, e dato che alle persone veniva privata una giornata lavorativa venivano pagate. Dopo la vittoria su Mitridate, rimase infatti in Asia per un tempo sufficiente a riscuotere solo tributi accumulando grandi ricchezze. do Epicuro andava vissuta senza timore degli dei e della morte ed aveva come fine ultimo quello della felicità alla quale vi si giungeva attraverso l’allontanamento del male ed il dolore che andva combattutto con una stabile ricerca del piacere e dell’amicizia . Anche nel mimo latino l'abbigliamento era tipico e riconoscibile: il mimus albus, progenitore del moderno mimo bianco, aveva vestiti candidi, il mimus centuculus (quasi un Arlecchino) aveva costumi di vari colori. intendi come storia di qst due, come livello recitativo p semplicemente come struttura architettonica??? Nella campagne venivano comunque utilizzate anche altri cereali per produrre il pane ( farna di orzo, segala ghiande e castagne ) e oltre che essere cotto al forno veniva in genere cotto anche in casa sotto una campana ,sotto la cenere o sulla parte esterna di un vaso o pietra arroventati . Secondo studi più recenti, però, questa sarebbe una credenza errata, basata su una falsa etimologia del termine latino per la maschera (persona), che non dovrebbe inteso come derivato della preposizione per e dal verbo sonare bensì dal termine che in greco antico indica il viso (προσῶπον / prosôpon ) per il tramite dell'etrusco phersu. Si ritiene che l’area fosse divisa in due Fori : quella superiore dedicata a funzioni politiche e civili , comprendenti anche il Tempio dei Dioscuri, il Teatro e l’Odeon , e quello inferiore , definito poi nel medioevo ” mercato vecchio “, destinato invece agli affari e ai commerci . In questo luogo con i suoi fedelissimi uomini , abituati a solcare i mari e a fondare città , costruirono , in quell’area poi denominata Megaride , un piccolo borgo fatto di semplici abitazioni che affacciando su una piccola insenatura costituirono forse il primo antico porto della nostra città. Ulisse con questo stratagemma , similmente agli Argonauti ,riuscì’ a sfuggire alle sirene e a passare indenne oltre la loro isola contrapponendo al loro canto quello di Orfeo. Per questo la tragedia latina in confronto a quella greca doveva fare l’impressione di un discorso enfatico, quasi forzato, del quale i comici i divertivano a fare la caricatura. L’istituzione di pubblici spettacoli organizzatati dallo stato romano fu comunque un passo di grande importanza. Le maschere romane erano di legno o di tela, simili a quelle in uso nell'antica Grecia: ricoprivano l'intera testa, ed erano fornite di capelli posticci, conformi alla maschera di appartenenza. Questo condizionava i contenuti stessi delle opere, esercitando un limite alla libera espressione degli autori, che in qualche caso incorrevano nella censura. Tito Livio precisa anzi che l’origine degli spettacoli romani è etrusca. Pare comunque che la differenza tra le tragedie romane e i loro modelli greci fosse l’assenza del coro, quel gruppo di attori che in Grecia partecipava alla tragedia come soggetto collettivo dialogando con diversi personaggi dell’azione. Ebbe inizio dopo la scomparsa della palliata. Nella parte anteriore, esisteva una specie di porticato tra le cui colonne venivano inseriti elementi pittorici, i pinakes (quadri), che servivano ad ambientare gli eventi del dramma. Inizialmente era supportato da una drammaturgia, il mimo si arricchì di musica, canto, gestualità, fino a diventare uno spettacolo in cui la parola non era quasi necessaria: per il mimo vennero richiesti dei libretti, come nell'odierna operetta. La nascita di una letteratura drammatica autonoma viene confermata da Ennio, che sulla scia del successo plautino scrive satire, ma anche tragedie, e Pacuvio. Da questo , la regione di Nido ( o del Nilo ) , assunse anche il nome di Regio Augustalis , e il Decumano di via Tribunale fu detto Via Augustalis . », ^ Per una etimologia dei diversi termini, vedi: Fer, l'Uomo come maschera di M. GiannitrapaniI. È senz’altro d’importanza storica che queste attività fossero socialmente riconosciute, ma il riconoscimento fu piuttosto limitato: da notare l’assimilazione degli scrittori con gli attori, un’attività che nessun Romano di nascita avrebbe intrapreso; e l’uso di scriba, che nel latino più tardo vale “scrivano” e non “scrittore”. Ciò nonostante, i "Ludi", periodi in cui avvenivano gli spettacoli, erano dedicati alle principali divinità, e da esse prendevano il nome. La città come ringraziamento all’Imperatore , istituiti in onore di Augusto dei fantastici giochi denominati anticamente. Sconfitte da Ulisse e da Orfeo e affrante per non aver saputo ammaliare con il loro canto l’eroe Ulisse ( che aveva dato ascolto ai consigli di Circe ), si gettarono suicidandosi dall’isola ( i Galli o Capri ) . Egli ne accentuò l'aspetto dell'orrore e della violenza, e non sappiamo se fu una sua scelta oppure una tendenza di tutti i tragediografi romani. e 92 cm.) Il corpo di Ligeia andando alla deriva delle correnti del golfo fini tra le rocce di Punta Campanella mentre quello di Leucosia cullato dalle onde del mare giunse fino al golfo di Salerno dove diede luogo a Punta Licosa. Grazie! Il genere tragico fu anch'esso ripreso dai modelli greci. Autori di mimi furono Decimo Laberio e Publilio Siro. Possiamo comunque localizzare il sito dell’antico centro greco nell’isoletta del Castello, una piccola collina, meglio conosciuta come Rione Terra. La filosofia Epicurea dominava in città in tutte le attivita’ ludiche e del tempo libero. La tradizione attribuisce a Tespi la prima rappresentazione tragica. Inoltre, la conformazione era tale che esse fungevano da megafono, ampliando la voce dell'attore nei grandi teatri dell'antichità. L’anno successivo Livio Andronico, liberto di stirpe greca, fa rappresentare la prima vera opera teatrale della latinità. Aristotele a questo proposito formula il concetto di "catarsi" (kàtharsin, purificazione), secondo cui la tragedia pone di fronte agli uomini gli impulsi passionali e irrazionali (matricidio, incesto, cannibalismo, suicidio, infanticidio...) che si trovano, più o meno inconsciamente, nell'animo umano, permettendo agli individui di sfogarli innocuamente, in una sorta di esorcizzazione di massa. Il magnifico tempio ,crollato in seguito ad un terribile terremoto ,venne prontamente riedificato per la sua importante monumentalità su volere dell’allora Imperatore romano Tito che si prodigò molto anche per aiutare la città colpita duramente dal terremoto di probabile origine vulcanica a cui era poi eguito un incendio lavico. L’architettura greca è cosi’ rettilinea mentre quella romana è curvilinea , usando molto l’arco e la volta per costruire gli edifici in altezza scaricando cosi’ il peso equamente , su tutta la struttura. La vicina città di Puteoli , sotto i romani , divenne uno dei porti più importanti del Mediterraneo, secondo nel I secolo a.C. solo ad Alessandria d’Egitto. Durante i fescennini si svolgevano canti travestimenti e danze buffonesche. L'organizzazione degli spettacoli teatrali era specifico compito degli "aediles" o in qualche caso del "praetor urbanus", i quali spesso li producevano con denaro proprio, facendone elemento di propaganda politica. I ruoli femminili (con l'eccezione del mimo) erano sostenuti da attori maschi. Nel 305 d.c. vi furono condotti i martiri Procolo e Gennaro , divenuti poi patrono delle citta’ di Pozzuoli e di Napoli , la cui esecuzione fu in realtà’ eseguita presso la solfatara . Liberto cartaginese, Terenzio scrive commedie delicate, quasi sprovviste di ciò che venne in seguito chiamata la vis comica [1]. Il lievito veniva in genere preparato una sola volta all’anno , dopo la vendemmia , con il mosto d’uva unito all’impasto di farina e acqua .Ogni panificio aveva una o più macine di pietra manovrate da schiavi. Prendono invece importanza proprio le parti cantate. A Partenope figlia di Eumelo fa riferimento anche un’epigrafe di epoca medievale presente nella chiesa di Sant’Eligio. Il verismo del mimo si avverte nelle sue convenzioni sceniche, che lo oppongono alla commedia: attori senza maschera, presenza di attrici sul palco e assenza di calzature per permettere la danza. Devo andare a un concerto in un teatro. Fin dall'epoca di Romolo si celebravano giochi in onore del dio Conso (Consualia) e corse di cavalli (Equirria), celebrati due volte all'anno nel Campo Marzio. dall’ Imperatore Claudio che fu anche premiata:. L’atellana veniva utilizzata come farsa finale che seguiva la rappresentazione dei drammi “regolari” come tragedia e commedia. Nel teatro i cui resti sono oggi visitabili entrando insolitamente da una piccola abitazione (vascio ) che si trova in Vico Cinquesanti , presso Piazza San Gaetano nel centro storico , potevano sedere molte. A sostegno di questa tesi si porta la quantità lunga della vocale "o" di persona, non corrispondente a quella del radicale del verbo sonare ma invece riconducibile alla omega del termine greco. Non a caso i prologhi di Plauto, che forniscono al pubblico informazioni sulla trama, citano i personaggi a seconda del loro “tipo” (il vecchio, il giovane, il lenone…) e non insistono invece sui nomi, che il pubblico faceva più fatica a ricordare .L’uso di questi “tipi” di personaggi ebbe un forte influsso sulla poetica dei commediografi latini. Di conseguenza in onore della principessa l’insediamento nascente fu chiamato Parthenope. I celebri banchetti ” Luculliani “erano famosi in tutto l’Impero Romano e questo ha sempre destato grosso interesse riguardo il cibo che veniva usato e preparato e che i romani prediligevano . Ritorna in voga l'atellana, le farse, le oscenità e persino la satira politica. La commedia, apparentemente, si rifugia nella imitazione delle commedie di Menandro. Publio Vedio Polione era uno degli uomini più ricchi di quei tempi che provenendo da una famiglia di facoltosi liberti di Benevento , riuscì a raggiungere il rango di equestre e ad assumere , benchè solo cavaliere , il governo dell’Asia , considerata una delle più ricche provincie romane . Il teatro romano ha anche un podium, che a volte sostiene le colonne della scaenae frons. Teatro romano. La forma d'arte di ispirazione più elevata era considerata la tragedia, i cui temi ricorrenti erano derivati dai miti e dai racconti eroici. La pista di atletica coinciderebbe con l’attuale Corso Umberto. E’ così possibile osservare resti di ville sommerse, colonne, reperti archeologici, fauna marina e fenomeni vulcanici sottomarini stando comodamente seduti sotto il livello del mare. Esse erano costruite ad imitazione degli accampamenti romani ed avevano sempre una porta ad ognuna delle due estremità. La fattura ellenizzante, nonchè l'essere l'ultimo dei teatri edificati in Calabria nell'età classica, sono i motivi che giustificano la fama di quest'opera presso gli studiosi del settore. Portale Trasparenza - Gestione dei Rifiuti Urbani. C'è qualcuno che sa bene le differenze tra il T Greco e quello Romano??? Si tratta della mitica Torre di Falero , punto di osservazione di un antico porto greco che pare fosse il vero punto di approdo della povera Partenope sbattuta dal mare.