Di Bartimeo è detto che chiede, anzi grida con tutta la forza della sua disperazione ed è espresso con una forma verbale all’imperfetto, a indicare che la sua richiesta è assolutamente insistente, continua: quella che piace a Dio, perché lui possa rispondere, soprattutto a chi è “sfinito dal gridare” (Sal 69,4) ed è quasi un’anticipazione del grido di Gesù “tra forti grida e lacrime” (Eb 5,7). #����(.�xD.A�` �#��l�:\kP> e��>�k �� `���H�Ak��Ԏ�n�Rl�E��oiG�l+Xpqn#�Yw(#�z8��F"9�W�R؉��~ �!V��(�s4�"��m� 6,���f`B����L�B? Guarigione del cieco Bartimeo www.missionaridelvangelo.it Diocesi di Roma Roma E giunsero a Gerico. La guarigione del cieco di Gerico è uno dei miracoli di Gesù narrato nei tre vangeli sinottici (Mc10,46-52 ; Mt20,29-34 ; Lc18,35-43). Nei vangeli di Luca e Giovanni non è invece presente tale episodio relativo ai figli di Zebedeo. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». IV Domenica Quaresima - A. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Impr. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. Inoltre, Marco e Matteo descrivono come Gesù incontri il cieco quando parte da Gerico, mentre invece Luca riporta che avviene quando sta arrivando a Gerico; gli esegeti dell'interconfessionale Bibbia TOB osservano che "in Mt20,29 e Mc10,46, questo miracolo ha luogo quando Gesù esce da Gerico, in Lc18,35 quando vi entra. La sottolineatura della “strada”, tipica dell’evangelista Marco, e soprattutto in questa seconda parte del suo Vangelo, rafforza la prospettiva di Marco che lo pone come esempio di tutti quelli che Gesù invita a seguirlo. Il racconto termina dicendo che Bartimeo riacquistò la vista e poi seguì Gesù lungo la strada, disegnando in questo modo il giusto atteggiamento del discepolo, pronto a scommettere su Gesù. Là le ricchezze creano un ostacolo insormontabile a diventare discepolo e il ricco ritorna sulla sua strada, qui il cieco abbandona l’unica ricchezza che possiede (il mantello) e segue prontamente Gesù per la strada: certamente quella verso Gerusalemme, ma in maniera più piena quella che è Gesù stesso. Ciò si comprende meglio se ci si rifà alla cultura ebraica del tempo: il cieco non poteva assumere ruoli sacerdotali, non poteva leggere la Legge, avere le più elementari espressioni di una vita di relazione, data appunto dagli sguardi. Questo è il grande e primo comandamento. Il soggetto del dipinto è perfettamente consono ad una committenza cardinalizia: la parabola di in un'epoca di profonda crisi religiosa e di vera e propria spaccatura dell'Europa cristiana, ormai divisa tra cattolici e protestanti, una chiara allegoria del ruolo della Chiesa di Roma che, come Cristo, sola può aprire gli occhi alla vera fede. L'opera ritraente l'episodio biblico della Guarigione del nato cieco è stata realizzata da Dominikos Theotokopoulos detto El Greco, come riporta la firma in basso a destra. vers. Anno A (Fano) Aiutaci a vederti. Le peculiarità stilistiche della tela, hanno permesso agli studiosi di collocare l'opera subito dopo il soggiorno romano, 1573 a Venezia, dove si ritiene che l'artista fosse tornato prima di trasferirsi in Spagna nel 1576. Anch’io vorrei riuscire a riconoscere sempre la presenza di Gesù nella mia vita». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Bartimeo risponde "«Rabbunì, che io riabbia la vista!»". Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. Non sei abilitato all'invio del commento. E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». Il resoconto marciano si conclude con la guarigione miracolosa dell'infermo: Il Vangelo secondo Matteo, sempre riferendosi alla partenza di Gesù da Gerico, racconta di due ciechi: Anche nella versione matteana, i due ciechi sono sgridati dalla folla perché disturbano il Signore, il quale, dopo aver chiesto loro "«Che volete che io vi faccia?»", accoglie la loro supplica, "«Signore, che i nostri occhi si aprano!»", e li guarisce: Nel Vangelo secondo Luca, si parla invece dell'arrivo di Gesù a Gerico: Il cieco chiede aiuto a Gesù e, dopo esser stato rimproverato dalla folla per questo motivo, viene condotto da Gesù stesso che gli domanda "«Che vuoi che io faccia per te?»"; il cieco supplica "«Signore, che io riabbia la vista»" e Gesù risponde: Il racconto del miracolo si differenzia nei tre resoconti, essendo presentato dagli evangelisti con delle variazioni, in base alle proprie esigenze redazionali e teologiche, in merito al numero dei ciechi e sul momento in cui Gesù opera il miracolo stesso. v. 46) E mentre partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 18 gen 2020 alle 02:26. Qui poi, diversamente da altri racconti di guarigione, del cieco è riportato il nome e il patronimico, Bartimeo, il figlio di Timeo, quasi ad accennare una specie di genealogia che gli garantiva il diritto a far … Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. La guarigione del cieco di Gerico è uno dei miracoli di Gesù narrato nei tre vangeli sinottici (Mc10,46-52 ; Mt20,29-34 ; Lc18,35-43).I vangeli di Marco e Matteo pongono il miracolo subito dopo la … Il primo comportamento è negativo: la folla si frappone come intralcio all’incontro dell’emarginato più radicale con Gesù; chi lo assume ritiene di proteggere il Signore, di tutelarlo dai fastidi, mentre la sequela del Cristo è genuina se non si sottrae all’ascolto del grido di disperazione e di dolore di ogni creatura. È interessante sottolineare il comportamento duplice della folla che può diventare un monito anche per la comunità cristiana. int. In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. «Se invidio qualcosa a Bartimeo non è la vista riacquistata, ma la capacità di accorgersi del Signore che passa, al punto da gridare il suo nome, prima come “Figlio di Davide” e poi come “Rabbunì”, maestro. Scheda dell'opera nel sito della Galleria Nazionale di Parma, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Guarigione_del_nato_cieco&oldid=105386002, Dipinti nella Galleria nazionale di Parma, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, Nicoletta Moretti, Scheda dell'opera; in Lucia Fornari Schianchi (a cura di). La risposta di Gesù «Vai, la tua fede ti ha salvato» dove è usato il verbo salvare e non guarire, sottolinea sì la guarigione fisica, ma la oltrepassa, nel senso che al guarito vengono restituite la dignità e la speranza. Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Anche Matteo e Luca raccontano questa guarigione, ma non riferiscono il nome del cieco. Gli stessi ritratti non si ritrovano sulle altre due versioni di questo stesso soggetto che El Greco dipinse (una conservata oggi nella Gemäldegalerie di Dresda, risalente al primo soggiorno veneziano, e l'altra al Metropolitan Museum of Art di New York, considerata appartenere all'epoca dell'arrivo in Spagna). L'opera venne spedita a Parma nel 1662 per essere esposta nel Palazzo del Giardino, anch'esso di proprietà Farnese e venne, in quell'occasione, attribuita a Tintoretto. E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Log in o crea un account per votare questa pagina. E come Gesù uscivada Gerico con i suoi discepoli e con una gran folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, cieco mendicante, sedeva presso la … Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta! 045.8000121 Fax 045.591745, Cap. Infatti, mentre in Marco e Luca il cieco è uno solo, Matteo narra di due ciechi; gli esegeti curatori del "Nuovo Grande Commentario Biblico" osservano come "Matteo abbrevia il racconto di Marco e raddoppia il numero dei ciechi, forse per evitare l'impressione che si trattasse di un semplice affare privato"[2]; gli studiosi della École biblique et archéologique française (i curatori della Bibbia di Gerusalemme) notano, inoltre, che Matteo inserisce "due ciechi a Gerico (20,30) e due ciechi a Betsàida (9,27), miracolo che è un ricalco del precedente. È probabile che Lc anticipi questo episodio perché vuole collocare di seguito la conversione di Zaccheo e la parabola del principe che va all'incoronazione". Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. I gesti compiuti da Bartimeo riecheggiano quello del catecumeno che, dopo aver deposto i suoi abiti (Paolo direbbe “l’uomo vecchio”) compie l’immersione battesimale, scendendo nel buio dell’acqua e riemergendo alla luce (il battesimo nella Chiesa primitiva era chiamato “illuminazione”). Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Vangelo "Quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti" Lc 14,1.7-14. fonte. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Il secondo comportamento è positivo: quando Gesù ordina di chiamarlo, la folla si fa strumento dell’incontro del cieco col Salvatore e qui sono indicati i credenti chiamati ad essere ministri di luce e di incontro, accogliendo persone ai margini, che possono diventare maestri capaci di aprire gli occhi a quanti presumono di vedere. Seguendo la versione data dal Vangelo secondo Marco, il più antico, mentre Gesù parte da Gerico con i discepoli, incontra un cieco di nome Bartimeo che mendica lungo la strada: Sentendo dell'arrivo di Gesù, il cieco inizia a gridare "«Figlio di Davide, abbi pietà di me!»" e, nonostante molti lo sgridino perché taccia, Gesù lo fa chiamare e gli domanda "«Che vuoi che io ti faccia?»". Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. L'opera, infine, venne poi veduta alla Galleria nazionale nel 1862. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Marco 10: Gesù guarisce Bartimeo, il cieco 46 Poi giunsero a Gerico. Don Matteo Buggea è nato cieco 48 anni fa. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. La "molta folla" di cui parla Marco proviene probabilmente dalla stessa città di Gerico. "La guarigione del cieco (Londra)" è un dipinto autografo di Duccio di Buoninsegna appartenente alla predella della Maestà del Duomo di Siena, realizzato con tecnica a tempera su tavola nel 1308-11, misura 43,5 x 45 cm. Solo così seguiranno Gesù nel cammino dell’Evangelo. Nei vangeli di Luca e Giovanni non è invece presente tale episodio relativo ai figli di Zebedeo. Nel piccolo dipinto lo spazio è ampliato a dismisura grazie ad un pavimento quadrettato, che conduce lo sguardo lontano nella fuga prospettica del porticato di un tempio e nello scorcio di due edifici rinascimentali, che proseguono nei ruderi con arcate a cannocchiale. Qui poi, diversamente da altri racconti di guarigione, del cieco è riportato il nome e il patronimico, Bartimeo, il figlio di Timeo, quasi ad accennare una specie di genealogia che gli garantiva il diritto a far parte del popolo eletto e in generale della storia della salvezza; è inoltre evidenziato il suo ruolo attivo nella ricerca. La guarigione del cieco Bartimeo è narrata da Marco per spingere le comunità cristiane a uscire dalla loro cecità e mediocrità. Bartimeo risponde "«Rabbunì, che io riabbia la vista!»". Si tratta di un dipinto ad olio su tela (cm 50 x 61) eseguito attorno al 1573 e conservato presso la Galleria nazionale di Parma . G�qV���;�.��Q}i��y��ʵ��0�Μ� $��+|@3fAF��=��86�q��{8�� ��#�����vɑ��Ԏ/��o�:q/��цF;f���,�x�G Nonostante Gesù sia presentato sempre in movimento, in questo caso egli si ferma e attende il cieco al quale dà la parola domandandogli: «Che cosa vuoi che faccia per te?» e quello risponde con quel «Rabbunì, che io veda di nuovo» che esprime tutta l’intimità del discepolo verso il maestro, in questo caso un maestro superiore a tutti i maestri umani e che non delude mai. Un secondo motivo per il quale gli studiosi pensano che l'opera venne realizzata per diretta committenza Farnese è il fatto che nell'opera si riconoscono alcuni ritratti. Bibbia TOB, Nuovo Testamento Vol.3, Elle Di Ci Leumann, 1976, p. 263. Il racconto sottolinea in maniera forte la condizione sociale di Bartimeo: cieco, mendicante e seduto ai margini della strada, quasi abbandonato in una situazione di marginalità disperata; un uomo da marciapiede, scartato e deriso dalla vita. Anch'essi utilizzano le parole di Bartimeo: "Abbi pietà di me" oppure "Abbi pietà di noi". L'episodio è descritto nel Vangelo secondo Giovanni (9,1-41). Il cielo nuvoloso grava a pochi palmi dalle figure sulla piazza, che rese a tocchi rapidi di pennello, animano la scena . Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Il resoconto marciano si conclude con la guarigione miracolosa dell'infermo: Il Vangelo secondo Matteo, sempre riferendosi alla partenza di Gesù da Gerico, racconta di due ciechi: Anche nella versione matteana, i due ciechi sono sgridati dalla folla perché disturbano il Signore, il quale, dopo aver chiesto loro "«Che volete che io vi faccia?»", accoglie la loro supplica, "«Signore, che i nostri occhi si aprano!»", e li guarisce: Nel Vangelo secondo Luca, si parla invece dell'arrivo di Gesù a Gerico: Il cieco chiede aiuto a Gesù e, dopo esser stato rimproverato dalla folla per questo motivo, viene condotto da Gesù stesso che gli domanda "«Che vuoi che io faccia per te?»"; il cieco supplica "«Signore, che io riabbia la vista»" e Gesù risponde: Il racconto del miracolo si differenzia nei tre resoconti, essendo presentato dagli evangelisti con delle variazioni, in base alle proprie esigenze redazionali e teologiche, in merito al numero dei ciechi e sul momento in cui Gesù opera il miracolo stesso. Si tratta di un dipinto ad olio su tela (cm 50 x 61) eseguito attorno al 1573 e conservato presso la Galleria nazionale di Parma. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Bibbia di Gerusalemme, EDB, 2011, pp. La guarigione del cieco di Gerico è uno dei miracoli di Gesù narrato nei tre vangeli sinottici (Mc10,46-52 ; Mt20,29-34 ; Lc18,35-43).I vangeli di Marco e Matteo pongono il miracolo subito dopo la richiesta fatta a Gesù di far sedere i figli di Zebedeo alla propria destra e sinistra nel suo regno. In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Una volta incontrato l’Unico, la realtà decisiva della vita, non ci sono più paure, indecisioni o problemi, lo si segue lungo la sua “strada”, come il cieco di Gerico, perché egli non delude mai: ha i suoi tempi e le sue scadenze – non corrispondono ai nostri criteri umani –, ma Lui non tradisce mai. La testata Verona Fedele percepisce i contributi pubblici all’editoria. Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy. Questa duplicazione dei personaggi può essere un procedimento stilistico di Matteo"[3] e anche il teologo cristiano Rudolf Bultmann[4] concorda sulla spiegazione della tecnica narrativa matteana in merito alla duplicazione dei personaggi. Grazie alla sua testardaggine, il cieco riesce a incontrare Gesù che chiama “Figlio di Davide” (un titolo messianico) che fa sì che la speranza messianica trovi carne proprio in Gesù; il cieco Bartimeo risulta, paradossalmente, più chiaroveggente della folla circa la “visione” dell’identità di Gesù. La guarigione del cieco di Gerico è uno dei miracoli di Gesù narrato nei tre vangeli sinottici (Mc10,46-52 ; Mt20,29-34 ; Lc18,35-43). Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”». Nel piano narrativo del Secondo vangelo, dopo la guarigione del cieco Bartimeo, appena dopo aver detto «la tua fede ti ha salvato», Gesù riprenderà velocemente il cammino (Marco spiega che il cieco «prese a seguirlo per strada», v. 52) ed entrerà a Gerusalemme. Con la guarigione del cieco Bartimeo siamo agli inizi di questo epilogo. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. di Las Melli.
IHDR � d �9^� gAMA ������ pHYs � ��0?Z IDATx��[K�$�q���{��5\.��D����I>�������7�i�7F0h���1�3݅�|H ��ǐ��UYx������5I�fF�$ ��[# ��7 ���H�"�����c�ɹ�*n$�=[ 8I����z Bibbia TOB, Nuovo Testamento Vol.3, Elle Di Ci Leumann, 1976, p. 263. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». Bartimeo: da cieco a vedente, a discepolo, Informazioni Pastorali "Andrà tutto nuovo", Il Signore passa sulle strade della nostra vita, Dalle tenebre alla luce raggiunti dalla salvezza, Solo gratitudine per una salvezza gratuita. Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Inoltre, Marco e Matteo descrivono come Gesù incontri il cieco quando parte da Gerico, mentre invece Luca riporta che avviene quando sta arrivando a Gerico; gli esegeti dell'interconfessionale Bibbia TOB osservano che "in Mt20,29 e Mc10,46, questo miracolo ha luogo quando Gesù esce da Gerico, in Lc18,35 quando vi entra. Sono suggestivi i gesti compiuti da Bartimeo, chiamato da Gesù: getta via il mantello, l’unica ricchezza che un uomo emarginato aveva, balza in piedi e va da Gesù; la fede lo spinge a voler seguire Gesù, a scommettere su di lui, abbandonando ogni sicurezza materiale.