4/11 del Registro Stampa del Tribunale di Bolzano dal 16/5/11 Piangevi a scuola…”. Anche una stanza piena di donne che cantano a suon di chitarra sembra troppo piena per il suo contenuto, soffocante e quasi claustrofobica. Donatella ha gli occhi spenti e le guance affilate, è magra da far paura, sembra sul punto di buttarsi via se non fosse per l’appoggio di Beatrice che, coi suoi atteggiamenti un po’ sopra le righe, In alcune delle recensioni che ho letto la critica più gettonata è che il film si regge esclusivamente sull’interpretazione delle due bravissime attrici (Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi) ma io non credo che ciò sia negativo, anzi: è proprio lo spirito con cui le due hanno scavato a fondo della profondità dei personaggi interpretati che conferisce quel quid in più a una storia che, nonostante tutto, mi ha fatto piacere trovare diversa dal solito. Informazioni sulla frase. D: I servizi sociali, dicono inidoneità genitoriale. “Sono stata una bambina triste”. Scheletrica ma bellissima, con i capelli corti ed il cappuccio, si nasconde tra le piante per vedere il suo bambino. Il dramma invece è tutto nelle corde di Micaela Ramazzotti, sul lavoro introspettivo fatto sul personaggio che la differenzia molto dalla compagna di set. “Sono nata triste anch’io“, le risponde Beatrice. Tutti lo guardano, tutti ci guardano, tutti ci sorridono. B: Tu? Essendo ambientato in Toscana tutti i personaggi parlano con un forte accento che a me fa impazzire, quindi concludo dicendo maremma Maiala se m’è garbato sto film! ”Sono nata triste” Sono nata triste. Le figure femminili delle protagoniste so-no costruite con uno spessore psicologico e una intimità notevoli, e senza retorica né pietismo, in modo assolutamente credibile. Grazie ad Elia, e grazie all’altra protagonista del film, l’aristocratica Beatrice Morandini Valdirana (Valeria Bruni Tedeschi), che vive nel passato di una grandeur ormai perduta e non rassegnandosi alla pochezza del presente. La Ramazzotti, oltre che dimagrire di 8 chili, per entrare nella parte ha frequentato per molti mesi psichiatri e pazienti. Ricostruire il proprio passato con la fiducia di avere accanto una persona che le vuole davvero bene darà a Donatella la forza di accettarlo e di guardare finalmente al futuro. “Sono nata triste“, dice Donatella quasi alla fine del film. Mentre andiamo giù… Siamo felici. D: Sei matta? #nav_bottom a:hover { color: #BBB073; text-decoration: none; }. Dopo i primi maldestri tentativi di Beatrice entrambe iniziano a cercarsi, “annusandosi” reciprocamente e scoprendo nella complicità quell’affetto in grado di lenire le ferite dell’anima. Mi dice andavi con me andavi con tutti. 28 marzo 2017 / laytions. ” La pazza gioia Micaela Ramazzotti . La pazza gioia non esprime mai un giudizio negativo nei confronti della pazzia, ma fa propria la capacità delle persone folli di vivere sopra le righe, mascherate da comparse a bordo di un’automobile anni ’50, la sensibilità al dolore e l’emozione smisurata nei confronti delle cose belle. Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso: Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Tutto quello che esiste al di fuori della comunità di Villa Biondi fa male ed addolora. Penso “Si fa un giro col passeggino, si va a vedere i carri e si torna subito”. In questa interpretazione riesce bene Micaela Ramazzotti, non solo per un credibile accento livornese trasmesso dal marito ma anche per affinità rispetto ad Anna, la madre interpretata ne La prima cosa bella. Io aspetto, piango tutto il giorno ma aspetto. E’ un film molto ben scritto La pazza gioia, dallo stesso Virzì e da Francesca Archibugi. Lui dormiva, piccino, non me lo fan nemmen cambiare. Scheletrica ma bellissima, con i capelli corti ed il cappuccio, si nasconde tra le piante per vedere il suo bambino. Intervista a Lamberto Bava regista cult internazionale di fantasy, “Imprevisti digitali” di Delépine & Kervern. Ma non hanno capito nulla. ( Chiudi sessione /  La pazza gioia è un film del 2016 diretto da Paolo Virzì, con protagoniste Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti. Voglio guarire voglio. D: Te. La pazza gioia di Paolo Virzì è ambientato in Toscana nel 2014. La cinepresa di Virzì le segue da vicino con inquadrature spesso ravvicinate e primissimi piani che, attraverso i volti e i corpi sofferenti, restituiscono il dolore e la tristezza delle due. D: Dice sto troppo male per tenere il bimbo, e me lo levano subito. Ho sempre pianto. Invece che curarmi che fai, mi togli Elia?” Ha paura Donatella Morelli (Micaela Ramazzotti). Mi si attacca addosso. Beatrice è una donna aristocratica, esuberante e mitomane, loquace ai limiti del logorroico. (Citazione del Film: La pazza gioia) “ Sono nata triste. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti. Non a caso Virzì ha voluto scrivere la sceneggiatura a quattro mani con l’amica regista Francesca Archibugi,  bravissima nell’indagare la complessità della psiche femminile fin dal suo esordio con Mignon è partita. VOTA questa frase. I dottori. Depressione maggiore, hanno detto. La pazza gioia di Paolo Virzì è ambientato in Toscana nel 2014. Che piangevo, che ho sempre pianto, che piangevo per la scuola, che piangevo per i compiti. Beatrice è una donna elegante e naïve, che si fa forte del suo eloquio e di millantate origini nobili per ottenere ciò che vuole, viziata dai troppi soldi e dotata di un’energia contagiosa e prorompente (anche a livello fisico), che Virzì affida all’attrice Valeria Bruni Tedeschi. Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. 100%. Dice “Non guarisci” dice… B: Decidere chi? “ Sono nata triste anch’io “, le risponde Beatrice. Penso “Adesso me lo levano, me lo levano e non me lo fanno vedè mai più”. Mi sembra un esercizio riduttivo. Se sono servitori, che servano”), con il suo prendere le distanze dalle altre abitanti di Villa Biondi (“Siete povere, siete brutte”), con la sua arrogante irriverenza, con i suoi giudizi tranchant (“Sì, però, comprati un quadernetto dove scrivere le tue cosine, non dipingertele addosso”), Beatrice è un personaggio incapace di fare i conti con la propria realtà. Sballottate in un mondo esterno che preferisce voltarsi da un’altra parte, infastidito, imbarazzato, spesso meschino e crudele. Donatella, invece, è una ragazza fragilissima, schiva e taciturna, segnata dalla tossicodipendenza e dall’anoressia di cui porta i segni in un corpo tatuato e sofferente. Crea immagine con la Frase. FILM per genere. A quanto piangerò. Dio esiste e vive in una fattoria del vento, “Il giorno sbagliato” di Derrick Borte , in Fear We Trust. “No. Ma grazie a quell’obiettivo Donatella trova la forza di fare, di scappare, di dare un senso alla propria vita. Sono nata triste. Un elemento di grande forza del film è la sceneggiatura, scritta a quattro mani da Paolo Virzì e Francesca Archibugi. L’acqua come il liquido amniotico che custodisce la vita, l’acqua elemento primigenio che alla fine riunisce e rigenera quello che un momento di debolezza aveva diviso. Molto indovinata anche la scelta di far recitare alcune pazienti del dipartimento di salute mentale di Montecatini, Virzì ha dichiarato che si sono integrate perfettamente con la troupe, aiutando loro per prime le attrici professioniste. D: Perchè l’ho fatto… Beatrice al contrario di Donatella, che con quello che ha fatto si misura tutti i giorni e magari riuscisse a rimuoverlo e a perdonarsi, cerca di dimenticare tutto e, spesso, apparentemente, ci riesce. ... Sono nata triste. Titolo La pazza gioia Anno 2016 Regista Paolo Virzì Genere Drammatico, Commedia Interpretato da. - direttore responsabile: Roberto Rinaldi, "Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per permettere una normale fruizione del sito. E invece si danno a due giorni infernali, prigioniere di un passato che riappare, di parenti pessimi, di uomini terribili. E’ un film molto ben scritto La pazza gioia, dallo stesso Virzì e da Francesca Archibugi. Se non ci fosse Elia da cercare, da ritrovare, starebbe sdraiata tutto il giorno nel letto. E, tuttavia, è in grado di aiutare Donatella. Le parentesi comiche sono quasi tutte affidate a Valeria Bruni Tedeschi, molte delle sue battute le sono state cucite addosso ed interpretate con una naturalezza tale che lo snobismo del personaggio finisce per diventare commedia. ( Chiudi sessione /  Mai una gioia con Madre, la donna che l’ha messa al … ( Chiudi sessione /  Crea immagine con la Frase. Loro. Now if you’re sad and you’re feeling blue Go out and buy a brand new pair of shoes And you go down, down to Tangie Town ‘Cause people down there really like to get it on Get it on. I film di Virzì non hanno mai un titolo casuale: se Il capitale umano era in realtà la rappresentazione al contrario di una società esageratamente ricca ma arida di valori umani, La pazza gioia segna un ritorno ad un umanesimo che era stato il filo rosso di buona parte della cinematografia del regista livornese. La catarsi finale di Donatella nell’acqua con il figlio è una metafora potente e commovente del mistero della maternità. ( Chiudi sessione /  B: Io? Sballottate in un mondo esterno che preferisce voltarsi da un’altra parte, infastidito, imbarazzato, spesso meschino e crudele. B: Anch’io… 0%. “Ci diamo alla pazza gioia”, dice proprio Beatrice. Che piangevo, che ho sempre pianto, che piangevo per la scuola, che piangevo per i compiti. B: Sì anch’io… Se sono servitori, che servano”), con il suo prendere le distanze dalle altre abitanti di Villa Biondi (“Siete povere, siete brutte”), con la sua arrogante irriverenza, con i suoi giudizi tranchant (“Sì, però, comprati un quadernetto dove scrivere le tue cosine, non dipingertele addosso”), Beatrice è un personaggio incapace di fare i conti con la propria realtà. “Anch’io sono nata triste”. Da 5! E, tuttavia, è in grado di aiutare Donatella. B: Meno male che ci sono io… Sono nata triste. Entrambe le protagoniste sono donne a modo loro ferite e abbandonate a se stesse, ma la forza di un’amicizia disinteressata e un’inconsueta solidarietà femminile permette di guardare avanti, oltre la coltre pesante di un presente grigio e un orizzonte incerto, dimostrando che anche nelle situazioni più difficili si può trovare il conforto di un’anima affine. Non c’è niente di comune tra Beatrice e Donatella. In alcune delle recensioni che ho letto la critica più gettonata è che il film si regge esclusivamente sull’interpretazione delle due bravissime attrici (Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi) ma io non credo che ciò sia negativo, anzi: è proprio lo spirito con cui le due hanno scavato a fondo della profondità dei personaggi interpretati che conferisce quel quid in più a una storia che, nonostante tutto, mi ha fatto piacere trovare diversa dal solito. Modifica ), Stai commentando usando il tuo account Facebook. “Ci diamo alla pazza gioia”, dice proprio Beatrice. Tre anni dopo durante un tour mondiale senza fine, i miei ricordi con loro erano le uniche cose che mi hanno sostenuto. B: Ahah! Con le sue frasi ad effetto (“Ma smettila con questo senso di inferiorità sociale. Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com. Amante del lusso e della bella vita che non conduce più, Beatrice nonostante tutto conserva il suo entusiasmo nei confronti delle persone e accoglie sotto la sua ala protettrice Donatella, una giovane segnata sulla pelle (e non solo) da una lunga fase di depressione sviluppata come conseguenza alla separazione dal figlio dopo che, anni prima, ha cercato di portare via con sé buttandosi da un ponte. Entrambe le protagoniste sono, Essendo ambientato in Toscana tutti i personaggi parlano con un forte. Scopriamo che il suo declino è iniziato quando si è invaghita di un criminale che l’ha trascinata nell’illegalità facendole dilapidare il suo patrimonio e abbandonandola con un disturbo della personalità di tipo maniacale. Bo… Forse anche morire… Per un caso fortuito le due scappano dalla comunità dandosi a quella pazza gioia del titolo che emoziona Beatrice e getta invece Donatella in un cupo ritorno al passato, mettendola di nuovo faccia a faccia coi  luoghi in cui ha avuto inizio la sua caduta nel baratro in seguito al concepimento del figlio non riconosciuto del gestore della discoteca in cui lavorava come cubista e di cui lei , presumibilmente, era innamorata. Non piango più”. Tutto quello che esiste al di fuori della comunità di Villa Biondi fa male ed addolora. E io allora ci vò tutti i giorni, ci sto tutto il giorno. La Ramazzotti e la Bruni Tedeschi insieme sono eccezionali ognuna nel proprio ruolo, capaci di rendere i loro personaggi credibili, folli, disperati, indifendibili ma impossibili da respingere nelle loro rispettive fragilità. E allora curami no? Primi e primissimi piani sottolineano quanto vicino sia lo spettatore a quelle due donne sullo schermo, tanto da percepire l’aria umida e soffocante dell’estate toscana, i capelli appiccicati sulla fronte o i vestiti macchiati di sudore. La Pazza Gioia. Una corsa verso la ricerca di un modo per affrontare la vita cercando di non uscirne stritolati. Dunque, le inquadrature. D: E allora mi dicono: “Va bene, puoi andare in quella casa famiglia a vederlo”. Amante del lusso e della bella vita che non conduce più, Beatrice nonostante tutto conserva il suo entusiasmo nei confronti delle persone e accoglie sotto la sua ala protettrice. Si chiama Elia, è mio. Invece che curarmi che fai, mi togli Elia?” Ha paura Donatella Morelli (Micaela Ramazzotti). Paolo Virzì si conferma come regista in grado di toccare tematiche profonde con intelligenza e delicatezza. 100%. ... C’ho questa depressione maggiore, va bene, allora curatemi no? Dopo la fredda e cinica Lombardia raccontata nello splendido noir Il capitale umano il regista livornese Paolo Virzì torna nella sua Toscana e riprende le fila di quella commedia dolceamara, a metà tra dramma e humour, in grado di mescolare risate e commozione, unendo leggerezza e impegno. “ Sono nata triste. Datemi Elia, che mi curate levandomelo? Volevo solo farglielo vedè. E non mi ricordo nemmen più la strada per riportar il bimbo indietro. E i miei unici veri momenti felici: I was a singer Not a very popular one I once had dreams of becoming a … Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso: Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Il risultato è un capolavoro. Donatella Morelli attraversa tutto il film con lo sguardo basso e le spalle incassate per non farsi notare, per non farsi vedere da Loro. I servizi sociali. Vedo lui. Ma grazie a quell’obiettivo Donatella trova la forza di fare, di scappare, di dare un senso alla propria vita. Di notte mi sono addormentata con visioni di me stessa che danzavo, ridevo e piangevo con loro. A me mi vien da piangere ma mi vergono. Che parole assurde. Modifica ), Stai commentando usando il tuo account Google. “Non conosci Papicha” di Mounia Meddour. Mi dice anche troia. “Piangi troppo” dice, “Depressione maggiore” dice. Informazioni sulla frase. Il risultato che ne deriva è un testo che affronta un tema delicato come la pazzia in punta di piedi, in maniera poetica, con un’armonia di comico, drammatico e sentimentale. Questa frase è stata visualizzata 1824 volte. Cliccando in un punto qualsiasi dello schermo, effettuando un\u2019azione di scroll o chiudendo questo banner presti il consenso all\u2019uso di tutti i cookie. /* Menu Bottom */ Se non ci fosse Elia da cercare, da ritrovare, starebbe sdraiata tutto il giorno nel letto. 0. Beatrice al contrario di Donatella, che con quello che ha fatto si misura tutti i giorni e magari riuscisse a rimuoverlo e a perdonarsi, cerca di dimenticare tutto e, spesso, apparentemente, ci riesce. “Datemelo no? Questo film segna un ritorno al mare e alla terra natale (dopo La prima cosa bella, che era ambientato a Livorno e Ovosodo), e ad una narrazione lineare con l’inserimento di pochi e indispensabili flashback (niente in confronto a Il Capitale umano in cui la storia è raccontata dal punto di vista di tutti i personaggi). Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti. B: Io… Almeno un anno. Rumor(s)cena è iscritto al nr. Ma anche i dialoghi. Grazie ad Elia, e grazie all’altra protagonista del film, l’aristocratica Beatrice Morandini Valdirana (Valeria Bruni Tedeschi), che vive nel passato di una grandeur ormai perduta e non rassegnandosi alla pochezza del presente. Il finale poi lascia spazio al sentimentale della Archibugi: la comune esperienza di viaggio è servita ad entrambe le protagoniste all’accettazione della propria malattia e alla scoperta che l’amore tanto desiderato e mai avuto è rientrato dalla finestra della loro vita con una forma diversa, che sa di amicizia e comprensione per avere condiviso la stessa strada. D: Curatemi, datemi Elia… Che mi curate levandomelo? Chiaramente ho anche un bel Valium fregato a mia madre. Beatrice e Donatella sono due donne in crisi, sole, ferite dalla vita che le ha private dell’affetto di cui hanno disperatamente bisogno. Valeria Bruni Tedeschi; Micaela Ramazzotti; Acquistalo su. VOTA questa frase. Elia nel frattempo, piccino, s’è addormentato. la pazza gioia di sergio dal maso Feedback: 6423 | altri commenti e recensioni di sergio dal maso: domenica 28 agosto 2016 “Sono stata una bambina triste”. E' stata votata 1 volta. ”Anch’io sono nata triste”. Modifica ), Stai commentando usando il tuo account Twitter. B: Lui chi? Che piangevo, che ho sempre pianto, che piangevo per la scuola, che piangevo per i compiti. Inizialmente il film non dice niente delle patologie delle due protagoniste, per una scelta registica efficace i loro trascorsi vengono svelati con il contagocce e attraverso parentesi comiche. E' stata votata 1 volta. B: Eheh! Depressione maggiore, hanno detto. B: Anch’io sono nata triste… E' stata pubblicata in data 11/07/16. Beatrice: Birrette… Sceglie delle inquadrature strettissime per raccontarci una storia forte, drammatica e toccante all’estremo. La pazza gioia è semplicemente uno splendido film, con momenti di grande cinema e vera poesia. 100 % Grazie ad un autobus preso al volo e ad un’automobile rubata inizia la corsa delle due donne verso una destinazione ignota, che è un po’ liberazione da Villa Biondi e un po’ parentesi felice in cui vivere e sentire senza limiti, dandosi appunto alla pazza gioia. Il consenso ha validit\u00e0 per il broswer su cui si sta navigando e ha una durata di 365 giorni o fino a quando non si svuota la cache. Trama. Crea immagine. Altre frasi di La pazza gioia Altre frasi Film. Dice “Te aspetta, dobbiamo decidere”. I dottori. 1. D: Come faccio io? Ed ha ragione. A volte soffro di forme violente di stato di Flow e ciò che partorisco finisce qua sopra. .btm_cont{ float:left;margin:14px 18px 0px 30px; text-align: left; line-height:21px; font-size:13px; } D: Meno male che ci sei te. “Loro. “Loro. Basta di stare sempre male. Altre frasi di La pazza gioia     Altre frasi Film, + Elenco Film A-Z La pazza gioia è un film del 2016 diretto da Paolo Virz ì, con protagoniste Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti. La pazza gioia racconta il disagio psichico, tra l’altro un tema molto difficile e scivoloso da portare al cinema, con una grazia e una sensibilità che colpiscono al cuore. E' stata pubblicata in data 11/07/16. ”La pazza gioia” si muove su un sottile equilibrio tra commedia e dramma, alternando battute di spirito a toccanti monologhi come quello di Donatella nella parte finale, mentre racconta con l’ingenuità tipica di una ragazzina cresciuta troppo in fretta la buona fede con cui ha cercato di proteggere se stessa e suo figlio da un mondo che li voleva divisi, in cui l’amore non basta per convincere gli assistenti sociali dell’idoneità al difficile ruolo di madre. “S’avess’io l’ale da volar su le nubi, più felice sarei, candida luna”. Piange fortissimo lui. Ha avuto un bambino che le è stato tolto e dato in adozione, evento che l’ha sconvolta. Oh Madonnina come mi vergogno, mi sento una scema. Non vogliamo morire, ma stare insieme. ", Rumor(s)cena il giornale per chi segue lo spettacolo. “Anch’io sono nata triste”. Inoltre, Beatrice e Donatella non imparano di sé molto altro di quello che già non sanno, ma si scoprono lati nascosti del loro carattere come la generosità e la tenerezza. Il regista mette a confronto due donne, Beatrice Morandini Valdirana e Donatella Morelli, che si incontrano all’interno di Villa Biondi per sottoporsi ad un percorso terapeutico di recupero, che prevede trattamenti sanitari ed attività di lavoro all’interno di un vivaio. Anche se il tema del viaggio è al centro della sceneggiatura, il film non può essere considerato un road movie secondo l’accezione americana. Meno male che hai la testa dura eh… ( Chiudi sessione /  Dovremmo riposarci un po’. Poi scendo, cammino, cammino… Lo mettono in una casa famiglia, solo solo, per un po’ di tempo. Ho 15 anni.Non sopporto davvero più vivere.Non vorrei nemmeno spiegare il perchè perchè altrimenti sarebbe una cosa troppo lunga.Non sopporto la gente che dice che sono depressa solo perchè mi vesto di nero e non parlo perchè sono timida.Ma in realtà è vero che sono depressa.Non sopporto mia madre.Non sopporto la mia amica che mi prende per una falsa amica.Non sopporto mia madre.La … Con il termine “mai una gioia” noi giovani ragazze moderne, si lo so mi sono definita una giovane ragazza alla soglia dei 37 anni, intendiamo quel particolare momento in cui la vita ci fa capire che stiamo sbagliando su ogni fronte. + Film per Anno Oh… Così sarebbe contenta mia madre, sarebbero contenti tutti… B: Anch’io… Modifica ), Mandami una notifica per nuovi articoli via e-mail. Penso a quanto piangerà. Quanto siamo stanche io e te… Illegitimate son of a Rock n’ Roll star … E gli uomini che ho incontrato lungo la strada sono stati la mia unica estate. Il percorso che le porterà a maturare un’ amicizia salvifica passerà attraverso una “pazza” fuga dalla comunità, apparentemente senza metà, in realtà ripercorrendo i luoghi famigliari e le dolorose vicende che le hanno segnate. Modifica ), Stai commentando usando il tuo account Google. Fagli vedè com’è bello. Con le sue frasi ad effetto (“Ma smettila con questo senso di inferiorità sociale. #nav_bottom { font-size: 13px; color: #000000; text-align:center; font-family:Verdana;height:46px;margin:11px 0px 0px 3px; } Modifica ), Mandami una notifica per nuovi articoli via e-mail. ” La pazza gioia Micaela Ramazzotti Inserita: 11/07/2016 + Condividi / Vota. Sigarettina… La storia inizia a Villa Biondi, una comunità terapeutica immersa nella campagna pistoiese dove sono curate donne con problemi mentali o sottoposte a misure giudiziarie, e si sviluppa tra Campi Bisenzio, Montecatini e la Versilia. 0. Ora se sei triste e ti senti depressa Esci e comprati un paio di scarpe nuove e vai giù a Tangie Town Perché la gente laggiù si diverte davvero Si diverte. Mi dice anche altre parole brutte. ( Chiudi sessione /  Mai una gioia al lavoro dove non viene premiata per il suo grande talento. Si ride io ed Elia sai? + Poster di Film Valeria Bruni Tedeschi / Micaela Ramazzotti – Paolo Virzì – La Pazza Gioia. .btm_title { font-family: verdana, Geneva, Tahoma; font-size: 13px; border: 1px solid #DED8BC; background-color: #ffffff; margin: 1px 0px 6px -3px; width: 172px; box-shadow: 2px 2px 4px rgba(214, 207, 171, 1); border-radius: 8px; padding: 1px 6px 0px 10px; color: #bbb073;}
2020 la pazza gioia sono nata triste