Nel giardino sono state ricomposte, con materiali il più possibile originari, alcune tombe etrusche, fra le quali spicca la Tomba Inghirami di Volterra, con le urne in alabastro originarie. Il Salone del Nicchio, ampio ambiente adiacente all'ingresso sulla Piazza, è stato destinato alle esposizioni temporanee e si è iniziato un riallestimento generale delle collezioni, che ha già dato i suoi frutti nella sezione delle collezioni etrusche, greche e romane al secondo piano, così come nella sezione del Museo Egizio al primo, mentre un progetto di riallestimento totale del Museo è in attesa di essere finanziato. Gran parte degli altri reperti riguarda soprattutto la scultura funeraria, in particolare le urnette e i sarcofagi. Il tutto documentato dalle raffigurazioni sulle antiche steli egizie, i vasi greci e etruschi e gli oggetti per il culto della bellezza. Il Museo archeologico nazionale di Firenze è un museo statale italiano. Il pezzo forte della collezione è senza dubbio la Chimera d'Arezzo, una delle più famose opere della civiltà etrusca (IV secolo a.C.), un plastico bronzo raffigurante la mitica fiera leonina, che fu restaurata da Francesco Carradori nel 1785, il quale ricostruì la coda serpentina che mordeva la testa di capra sul dorso, mentre entrambe avrebbero dovuto rivolgersi minacciose verso l'osservatore. P.iva 09419330965. Un primo nucleo di antichità egiziane era presente a Firenze già nel settecento, nelle collezioni mediceo-lorenesi, ma nel corso dell'ottocento fu ampiamente incrementato, grazie al Granduca di Toscana Leopoldo II prima e dall’egittologo piemontese Ernesto Schiaparelli poi. ... da Mino da Fiesole e da altri artisti. Tra le altre acquisizioni, importante fu quella dei papiri provenienti dagli scavi del 1934-39. Il museo archeologico nazionale ha presentato una mostra sui reperti archeologici provenienti dalla Mesopotamia, dall'Anatolia, dall'Egitto, da Cipro, da Rodi, da Creta, dalla Grecia e da altre località del Vicino Oriente e dell'Egeo, databili dal III al I millennio avanti Cristo. Visita esclusiva per i soci Tci al Museo Egizio di Firenze, secondo in Italia dopo quello di Torino, a cura della Direttrice. Il museo raccoglie il meglio degli scavi di tutta la Toscana, ma anche reperti provenienti dal Lazio e dall'Umbria, con importantissimi reperti etruschi e romani, e raccolte relative ad altre civiltà, come un'importante sezione egizia e una di vasi greci, molti dei quali rivenuti in tombe etrusche, a testimonianza dei numerosi scambi commerciali nel Mediterraneo. Granducato di Toscana a condizione che non fosse mai alienato da Firenze e che rimanesse per ornamento dello Stato, per utilità del pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri. Un tempo tappa del Grand Tour degli appassionati europei, il museo conserva ed espone materiali archeologici di provenienza fiesolana e … Fra le opere più interessanti il bronzo dell'Idolino di Pesaro, statua di giovinetto alta 146 centimetri, copia romana di un originale greco-classico che fu trovata in frammenti al centro di Pesaro nell'ottobre 1530 in quella che era una residenza patrizia e che arrivò a Firenze nel 1630 come eredità e dono di nozze di Vittoria Della Rovere; questa scultura, dal basamento rinascimentale, ispirò molti artisti del periodo del Cinquecento e oggi ha trovato una suggestiva collocazione al termine della galleria del secondo piano. a.C., nota come Kouros (fanciullo) o Apollo Milani (dal nome del Direttore del Museo che lo acquistò nel 1901, insieme a un altro più piccolo, detto Apollino Milani), Dettaglio del Vaso François: l'ansa destra, con la dea Artemide, alata e come Signora degli Animali, che sovrasta il gruppo di Aiace che recupera il corpo di Achille dal campo di battaglia di Troia (565 a.C.), Particolare del vaso etrusco detto "Cratere degli Argonauti" (IV sec. 19–22. ore 10 visita al Museo Egizio Il museo dispone di numerosissimi reperti anche di altre culture, come quella dei Paleoveneti, dei Villanoviani, dell'antica Anatolia, dell'Alto Medioevo (Piatto di Ardaburio Aspare, 434) e opere rinascimentali ispirate all'antico (come i bronzi della Meloria) o le statuette bronzee composte a partire da frammenti antichi, alcune di mano di Benvenuto Cellini. MI n° 368/2012, Editore: Touring Digital s.r.l. Nei depositi restano comunque più di centomila oggetti di valore, per i quali sarà difficile trovare un posto nel percorso espositivo, cosa per la quale la nuova direzione del Museo (dal 2015) prevede esposizioni a rotazione. L'epoca preistorica dell'Antico e Medio Regno è documentala da selci, vasi e stele. La mostra ha come filo conduttore il percorso scientifico di Paolo Emilio Pecorella, nella selezione dei materiali che lui stesso o i suoi allievi hanno studiato o stanno studiando, ma anche nell'inquadramento generale, che riportava fianco degli oggetti il vasto respiro delle civiltà e degli ambienti di provenienza. Nel 1942, poi, sempre per esigenze di spazio, fu acquistato l'edificio che si affaccia all'angolo di Piazza Ss, Annunziata, fino ad allora pertinenza dell'Ospedale degli Innocenti, nel quale fu realizzato un nuovo ingresso sulla Piazza, a lato della Basilica della Ss Annunziata. L'ultimo gruppo di raccolte pervenute al Museo consiste in donazioni di privati e di istituzioni scientifiche, La collezione, ospitata all’interno del Museo Archeologico, si dipana fra 11 ricchissime sale ordinate cronologicamente, con notevoli raccolte di statue, sarcofagi, stele, vasi, ushabti, amuleti, frammenti parietali e bronzetti. Suddiviso in varie aree tematiche, dà la possibilità di poter ammirare una imponente raccolta egizia composta da sarcofagi, sculture e geroglifici nonchè una vasta varietà di oggetti e attrezzi della vita quotidiana dell'antico popolo egizio. Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza Archivistica per la Toscana. Il palazzo ebbe presumibilmente un restauro nel 1883-1884 ad opera dell'architetto Emilio De Fabris, in concomitanza con il riordino delle collezioni e il nuovo allestimento voluto dall'allora "Adiutore" Luigi Adriano Milani. Nelle stesse sale in cui sono esposti i due kouroi arcaici in marmo, si trovano altre opere scultoree greche, grandi e piccole, di analoga importanza. Canopo da Chiusi (prima metà del VI secolo a.C.), Statuetta in bronzo fuso di Capro da Bibbona (fine VI secolo a.C.), Urnetta cineraria da volterra, (II secolo a.C. circa). Statua greca (ateniese) del 550 ca. Trib. Nel 1892 fu inaugurato anche un Museo Topografico della civiltà etrusca, che andò distrutto durante l'alluvione del 1966. Nel corridoio le vetrine ospitano numerosi bronzetti votivi etruschi, di uso disparato, divisi per tipologia. Da Campo di Marte, il percorso sale fino a Fiesole, antica città etrusca dove è possibile visitare il Museo civico archeologico della città e l’area archeologica. Interessanti è il torso di Livorno, calco romani di un originale greco del V secolo a.C. Di grande realismo è la testa bronzea del cosiddetto di Treboniano Gallo, opera tarda del III secolo. Stamattina, nello Spazio ottagono delle Murate a Firenze si è tenuto il laboratorio "Uccelli messaggeri di parole". Fu inaugurato come "Museo fatto male" alla presenza del re Vittorio Emanuele II nel 1870 nei locali del Cenacolo di Fuligno in via Faenza e comprendeva solo i reperti etruschi e romani. La quota comprende: ingresso al museo, visita guidata, auricolari, Prenotazione obbligatoria per il numero limitato di posti Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana. Altre sale ospitano accanto a materiali decorati etruschi, lucerne, pesi e basi romani. La chimera si trova oggi esposta in una saletta (affrescata da Filippo Tarchiani) vicino al altri bronzi celebri, in particolare a un altro capolavoro del museo, la statua a tutto tondo dell'Arringatore (I secolo a.C.), ritratto del nobile etrusco Aule Meteli con la toga romana, mentre alza il braccio verso l'osservatore e l'ipotetica folla, venuto alla luce nel 1566 a Pila, nei pressi del lago Trasimeno. Per lo più i pezzi provengono da tombe etrusche o da collezioni private acquistate oppure sono frutto di scambi ottocenteschi con la Grecia, in particolare con Atene (luogo di produzione della maggior parte dei reperti) e Rodi, e risalgono al periodo tra il VI e il IV secolo a.C. Fra i vasi più importanti il cosiddetto Vaso François, dal nome dell'archeologo che lo scoprì nel 1844 in una tomba etrusca a fonte Rotella, vicino a Chiusi, un grande cratere a figure nere firmato dal vasaio Ergotimos e dal pittore Kleitias, che riporta una serie impressionante di racconti della mitologia greca su sei file di figure, datato attorno al 565 a.C. Altre opere notevoli sono le coppe dei Piccoli Maestri (560-540 a.C.) così denominate dal miniaturismo dei ceramografi che le dipinsero, e due hydriai a figure rosse con miti di Afrodite e Adone e di Afroite e Faone, attribuite al celebre pittore di Meidias (410-400 a.C.), ritrovate in una tomba a Populonia. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 21 lug 2020 alle 22:58. Gradualmente si è dato il via anche all'ammodernamento della sezione etrusca e delle sale vicine al vecchio ingresso e prospicienti al giardino. Fu trovata in una campo vicino ad Arezzo nel 1553 e presentata a Cosimo I dal Vasari. Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali lo gestisce tramite il Polo museale della Toscana, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale Musei. Nel 2006, in occasione del quarantennale dell'alluvione, si è finalmente concluso il ripristino delle sale al primo piano e riportato l'ingresso sulla piazza (che fino ad allora si apriva su via della Colonna). collezione numismatica si arricchì grazie a scavi in diverse località del territorio di competenza della Fra i reperti in esposizione: il, Fra il 2004 e il 2005 il museo ha accolto una mostra – curata da Cristina Guidotti - sul. Allestimento integrato musei e mostre - Firenze. 338/1705461 (Giulia Bacci) Nel giardino, aperto al pubblico dal 1902, furono ricostruite con materiali originali alcune tombe etrusche monumentali, prelevate dal territorio. Nella sala successiva cippi e urnette in pietra fetida, decorati da bassorilievi che illustrano i rituali funebri (Chiusi, VI-V secolo a.C.); da Tuscania e Bolsena arrivano i due leoni funerari (IV e VI secolo a.C.); da Norchia parte di un frontone di una "tomba a tempio" d'età ellenistica, rara tipologia tombale attestata a Norchia da due soli esemplari ancora in situ.